L’Unione petrolifera, ovvero l’associazione aderente a Confindustria che riunisce le principali aziende di settore operanti nel nostro Paese, ha appena diffuso i dati provvisori sui consumi segnati in Italia nei primi sette mesi del 2018: si tratta di numeri tutti col segno più. Da gennaio a fine luglio i consumi petroliferi complessivi in Italia sono stati infatti «pari a 34,9 milioni di tonnellate, con un incremento del 3,1% (+1.046.000 tonnellate) rispetto allo stesso periodo del 2017». Un dato in linea con quelli relativi alla domanda di carburanti: nello stesso periodo abbiamo consumato il 10,3% in più di carboturbo (il carburante per gli aerei) e 18,2 milioni di tonnellate di benzina+gasolio, con un incremento del 2,1% (+372.000 tonnellate); a crescere di più – in barba a ogni dieselgate – è stato proprio il consumo di gasolio (+3,1%, ovvero +415.000 tonnellate), mentre la benzina ha segnato il passo (-1,0%, cioè -43.000 tonnellate). Che il diesel continui a piacere ai consumatori italiani lo si può dedurre anche osservando la dinamica delle nuove immatricolazioni di autovetture: nei primi sette mesi del 2018 sono risultate in calo dello 0,7%, ma quelle diesel hanno coperto ben il 53,4% del totale e quelle a benzina il 33,6%, seguite a larga distanza dai modelli più ecologici: «Le auto ibride hanno coperto il 4,1% delle nuove immatricolazioni, le elettriche lo 0,2%, quelle alimentate a Gpl e a metano rispettivamente il 6,3% e il 2,4%». È necessario sottolineare che tutto questo non rappresenta una novità per il nostro Paese, ormai da anni. Anche i dati ufficiali forniti dall’Ispra mostrano da tempo una ripresa delle emissioni di CO2 italiane, trainate da una pur debole ripresa economica, con l’Enea a sottolineare un trend sempre meno in linea con gli obiettivi climatici di lungo periodo. Come spiega l’ex ministro dell’Ambiente Edo Ronchi, intervenendo sulle pagine della Fondazione per lo sviluppo sostenibile da lui […]