Il prof. Giuseppe Pulina, Amministratore unico dell’Agenzia regionale Forestas, in questi ultimi giorni scende in campo dalle colonne de La Nuova Sardegna a mo’ d’Orlando Furioso per difendere il disegno di legge regionale sul governo del territorio scaturito dalla proposta della Giunta Pigliaru (quella che l’ha nominato) e dall’esame della competente Commissione permanente del Consiglio regionale.[1]
Liberissimo di farlo, ci mancherebbe altro, ma certo atteggiamento supponente e cattedratico non se lo può proprio permettere.
Ben pochi elementi nel merito e una bella divisione sulla lavagna fra buoni (quelli che gli danno ragione, i compatibilisti, gli sviluppisti) e cattivi, che lui chiama no-isti (quelli che impudentemente si permettono di avanzare critiche, magari argomentate, al suo disegno di legge).
Allora, ricordiamo un paio di fatti per capire qualche cosina in più.
Il prof. Pulina ha cercato di mantenere funzioni e stipendio (84.856 euro lordi annui) da docente universitario (era Direttore del Dipartimento di Agraria) nonostante fosse stato nominato (con relativa indennità) commissario straordinario dell’Ente Foreste della Sardegna (poi Agenzia regionale Forestas): il doppio incarico non è stato autorizzato dall’Università degli Studi di Sassari, ma sono stati necessari due pronunciamenti del T.A.R. Sardegna (sentenza Sez. I, 23 aprile 2015, n. 737; ordinanza Sez. I, 23 settembre 2015, n. 230) e uno del Consiglio di Stato (ordinanza Sez. VI, 30 luglio 2015, n. 3568) per farglielo capire bene.
Nelle sue vesti istituzionali di vertice dell’Ente Foreste della Sardegna (poi Agenzia regionale Forestas) ha difeso i tagli boschivi nella Foresta demaniale del Marganai fino a sostenere che servano addirittura per combattere i cambiamenti climatici.
Quei tagli boschivi sono risultati abusivi per mancanza di autorizzazione paesaggistica[2] ed è stato emesso decreto penale di condanna dal G.I.P. del Tribunale di Cagliari per quattro indagati, fra cui due dirigenti dell’Agenzia regionale Forestas.
Uno di questi (Antonio Casula), con straordinaria oculatezza, è stato recentemente nominato dalla Giunta regionale Comandante del Corpo forestale e di vigilanza ambientale.
Avendo presentato opposizione al decreto penale di condanna, nell’autunno prossimo saranno tutti davanti al Tribunale di Cagliari.
Dopo la condanna in sede penale, dopo le mille e mille attività dei vertici dell’Agenzia regionale Forestas in difesa di tali tagli boschivi, il minimo senso di responsabilità avrebbe dovuto portare alle dimissioni irrevocabili.
E invece no.
Pontifica, taglia i panni addosso, tratta da fessi e attribuisce pagelle a buoni e cattivi.
Da che pulpito vien la predica…
Stefano Deliperi
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
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[1] G. Pulina, L’Urbanistica, il no-ismo e le bufale, La Nuova Sardegna, 31 luglio 2018; G. Pulina, Sull’urbanistica troppa ideologia e poca ragione, La Nuova Sardegna, 10 agosto 2018.
[2] Come noto, l’art. 149, comma 1°, lettera c, del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i. testualmente dispone l’esenzione dall’ottenimento dell’autorizzazione paesaggistica solo per “il taglio colturale, la forestazione, la riforestazione, le opere di bonifica, antincendio e di conservazione da eseguirsi nei boschi e nelle foreste indicati dall’articolo 142, comma 1, lettera g), purché previsti ed autorizzati in base alla normativa in materia”. In tutte le altre ipotesi i tagli boschivi sono soggetti ad autorizzazione paesaggistica (sentenza Cass. pen., Sez. III, 13 gennaio 2015, n. 962).
https://www.youtube.com/watch?time_continue=2&v=ed7mJY4G6fI
(Articolo di Stefano Deliperi, pubblicato con questo titolo il 12 agosto 2018 sul sito del Gruppo d’Intervento Giuridico)