Un nuovo studio “Macroeconomic evidence suggests that asylum seekers are not a “burden” for Western European countries”, pubblicato da Hippolyte d’Albis (Paris School of Economics, CNRS), Ekrame Boubtane (Centre d’Etudes et de Recherches sur le Développement International – CNRS, université Clermont Auvergne) e Dramane Coulibaly (EconomiX-CNRS, université Paris Nanterre) su Science Advances, rivela che in Europa i flussi migratori hanno avuto un effetto positivo sull’economia nel corso degli ultimi trent’anni. Inoltre, i richiedenti asilo non peserebbero sulle finanze pubbliche dei Paesi che li accolgono. Vi proponiamo l’intervista esplicativa concessa al CNRS le Journal dal principale autore dello studio, l’economista Hippolyte d’Albis, direttore di ricerca CNRS a Paris-Jourdan Sciences économiques (CNRS/École des hautes études en sciences sociales/École normale supérieure de Paris/École nationale des ponts et chaussées/Inra/Université de Paris 1 Panthéon-Sorbonne) e professore alla PSE-École d’économie de Paris. Avete appena pubblicato su Science Advances uno studio macroeconomico riguardante l’effetto dei flussi migratori sull’economia europea. Su quali elementi si basa questa analisi? Hippolyte d’Albis: I dati provengono da Eurostat e dall’Ocse e coprono il periodo dal 1985 al 2015. Consideriamo l’insieme dei Paesi dell’Europa dell’Ovest – tra i quali certamente la Francia [insieme ad Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Germania, Irlanda, Islanda, Italia, Norvegia, Olanda, Portogallo, Regno Unito, Spagna e Svezia] – ma lasciando da parte alcuni Stati come la Grecia perché i dati fiscali pre-1990 non sono disponibili. Questi sono i principali Paesi di accoglienza dei richiedenti asilo: nel 2015 totalizzavano l’89% di queste domande. Abbiamo distinto, nei flussi migratori, il flusso di migranti permanenti – la differenza tra il numero di immigrati e il numero di emigrati, che chiamiamo anche saldo migratorio – e il flusso di richiedenti asilo. Un richiedente asilo è ammesso al soggiorno temporaneo per il tempo di istruzione della sua domanda di asilo e non rientra quindi nella prima categoria dei migranti […]