Vi siete mai chiesti come sono costruiti i telefoni cellulari che tutti noi abbiamo in tasca? E, soprattutto, da dove vengono le materie prime necessarie per la loro fabbricazione? Un rapporto pubblicato nello scorso mese di gennaio da Amnesty International e da Afrewatch ha fatto luce sulle drammatiche realtà che si nascondono dietro a degli strumenti di comunicazione apparentemente innocui, entrati ormai da tempo nell’uso quotidiano. I bambini nello straziante video di Sky News Nella Repubblica Democratica del Congo, infatti, migliaia di bambini sono costretti a lavorare nelle miniere di cobalto per estrarre il prezioso minerale, utilizzato proprio per la fabbricazione di telefonini e smartphone in tutto il mondo. Le due ong hanno spiegato che nel sud del paese i minori lavorano “in condizioni pericolose, al fianco degli adulti, con turni massacranti”. Aggiungendo che sulla questione “le multinazionali fanno finta di non vedere”, mentre il governo di Kinshasa si dichiara “vittima di una guerra commerciale”. Amnesty e Afrewatch hanno tracciato nel loro rapporto il percorso effettuato dal cobalto, scoprendo che ad estrarlo sono a volte bambini di soli sette anni. Un’informazione che di recente è stata confermata da un’inchiesta di Sky News Australia, che ha addirittura riferito di piccoli di appena quattro anni al lavoro nelle miniere. In un video pubblicato dall’emittente televisiva – che definire agghiacciante è riduttivo – si vedono Dorsen e Richard, rispettivamente di otto e undici anni, mentre lavorano sotto la pioggia battente. I sacchi caricati sulle spalle, gli adulti che li incitano a fare in fretta, i tunnel pericolanti per raggiungere la miniera. Gli occhi rossi, la fatica, le lacrime: “Mia mamma è già morta, sono costretto a lavorare tutto il giorno. Quando sono qui soffro tanto”. Sedici multinazionali nel mirino delle ong Le due ong hanno accusato esplicitamente sedici multinazionali – Ahong, Apple, Byd, Daimler, Dell, Hp, Huawei, Inventec, […]