Secoli fa, gli agricoltori e le comunità rurali dell’Europa meridionale si sono adattati e sono diventati esperti in acqua, suoli, colture e gestione degli animali per mantenere le loro terre fertili e produttive. Queste pratiche hanno aiutato le comunità rurali a sopportare stress periodici come la siccità e la scarsità di cibo. José María Martín Civantos, del dipartimento di storia medievale dell’Università di Granada, si occupa della storia culturale dei paesaggi montuosi del Mediterraneo in Spagna, Italia e Albania e, insieme ai suoi collaboratori porta avanti il progetto Mediterranean Mountainous Landscapes (Memola) al quale collaborano anche le università di Padova e Palermo, convinti che studiando i paesaggi del passato e il modo in cui vengono utilizzati oggi, gli scienziati possono attingere al patrimonio culturale europeo per affrontare le sfide come il cambiamento climatico e l’esodo rurale. Secondo Civantos «nella corsa alla modernizzazione, all’intensificazione della produzione e alla competitività, abbiamo trascurato, dimenticato o persino scartato tutta quella conoscenza, tutto quel patrimonio, tutta quella ricchezza» Per comprendere la coevoluzione del paesaggio con le persone che ci vivono, i ricercatori hanno condotto indagini utilizzando una tecnica di scansione laser chiamata LIDAR e creato mappe 3D dei sofisticati sistemi di irrigazione risalenti a più di mille anni fa e che venivano usati per convogliare l’acqua dalle aree dove era abbondate a quelle dove invece era richiesta. Il team ha analizzato le mappe anche utilizzando altre tecniche e discipline, comprese l’etnografia, l’idrologia, l’archeologia, l’agronomia, la botanica e scienze del suolo. Hanno anche lavorato con studenti delle scuole superiori che hanno utilizzato il popolare videogioco Minecraft per creare mondi 3D interattivi che dimostrano sistemi di irrigazione culturalmente importanti. Tra le principali tecniche utilizzate dai nostri avi, Memola ha identificato «l’incanalamento dell’acqua dalle vette alle aree in cui può essere utilizzata per ricaricare le falde acquifere […]