GIOVEDÌ 1 MARZO 2018 – ORE 11.00, Istituto della Enciclopedia Italiana, Piazza della Enciclopedia Italiana 4 – Roma.
Intervengono: Paolo Berdini, Domenico Finiguerra, Paolo Maddalena, Manlio Lilli, Alessandro Mortarino, Michele Munafò, Riccardo Picciafuoco, Federico Sandrone.
Luca Mercalli e Paolo Pileri.
Il suolo è da intendersi come lo strato superficiale della Terra, la pelle viva del pianeta Terra.
Una pellicola fragile.
Nel suolo vivono miliardi di creature viventi, un quarto della biodiversità di tutto il pianeta.
Il suolo è una risorsa finita non rinnovabile e per questo preziosa almeno al pari dell’acqua, dell’aria e del sole.
Secondo l’ISPRA il consumo di suolo in Italia non conosce soste e continua, sistematicamente e ininterrottamente, a ricoprire aree naturali e agricole con asfalto e cemento, fabbricati residenziali e produttivi, centri commerciali, servizi e strade.
Il suolo consumato è passato dal 2,7% degli anni ’50 al 7,6% stimato per il 2016.
In termini assoluti, il consumo di suolo si stima abbia intaccato ormai oltre 23.000 chilometri quadrati del nostro territorio: una superficie pari all’Emilia Romagna.
Poiché il nostro Paese è per circa il 35% a carattere montuoso, la cementificazione ha eroso le aree di pianura, le più fertili, che rappresentano circa il 23% dell’intera superficie del nostro Paese (quasi un quarto) e un’ampia parte di quel restante 42% di superficie composto di colline di altezza inferiore agli 800 metri.
ISPRA evidenzia inoltre, i costi generati dal consumo di suolo in termini di perdita di servizi ecosistemici (l’approvvigionamento di acqua, cibo e materiali, la regolazione dei cicli naturali, la capacità di resistenza a eventi estremi e variazioni climatiche, il sequestro del carbonio e i servizi culturali e ricreativi), solitamente non contabilizzati.
In sintesi il dato nazionale evidenzia che la perdita economica di servizi ecosistemici è compresa tra i 538,3 e gli 824,5 milioni di euro l’anno, che si traducono in una perdita per ettaro compresa tra i 36.000 e i 55.000 euro.
Secondo l’ISTAT nel nostro Paese sono presenti oltre 7 milioni di abitazioni non utilizzate, 700 mila capannoni dismessi, 500 mila negozi definitivamente chiusi, 55 mila immobili confiscati alle mafie. “Vuoti a perdere” che snaturano il paesaggio e le comunità a contorno.
Tutto ciò a fronte di un andamento demografico che indica una crescita debole, tanto è vero che nel triennio 2012-2016 le morti hanno superato le nascite; nel 2017 la popolazione italiana era 60.579.000 persone, circa 86 mila in meno rispetto al 2016, sostanzialmente stabile dal 2014.
Gran parte degli edifici di nuova costruzione oggi in vendita nel nostro Paese sono stati costruiti diversi anni fa e registrano nel 2015 un invenduto pari a 90.500 unità (abitazioni ancora in costruzione e non ancora sul mercato escluse).
Nel contempo sono presenti immobili vetusti e quasi inutilizzabili che avrebbero invece bisogno di essere ristrutturati e riqualificati con evidenti benefici sia economici sia di decoro e senza gravare sul suolo libero.
La crisi economico-finanziaria di questi anni ha sedimentato in seno agli istituti bancari una grande quantità d’immobili, pignorati in parte a cittadini “impoveriti” e, in prevalenza, alle imprese del settore impegnate in operazioni edilizie fallite per esubero di offerta.
Non a caso i principali istituti di credito hanno aperto un filone “real estate” per smaltire un patrimonio in progressiva svalutazione che grava sui loro bilanci.
Le principali sofferenze derivano dal comparto costruzioni e immobiliare, con il 41,7% dei prestiti deteriorati: una quota molto importante, che denuncia un’economia sbilanciata, troppo esposta su questo settore.
Il Ministero per le Politiche Agricole Alimentari e forestali ci ricorda, inoltre, che il nostro Paese è in grado, oggi, di produrre appena l’80-85% del proprio fabbisogno primario alimentare, contro il 92% del 1991.
Significa che se, improvvisamente, non avessimo più la possibilità di importare cibo dall’estero, ben 20 italiani su 100 rimarrebbero a digiuno e che quindi, a causa della perdita di suoli fertili, il nostro Paese oggi non è in grado di garantire ai propri cittadini la sovranità alimentare.
Tanto che la Superficie Agricola Utilizzata (SAU) si è ridotta a circa 12,7 milioni di ettari, mentre nel 1991 era quasi 18 milioni di ettari.
A livello globale la Terra negli ultimi 40 anni ha perso un terzo del suo terreno coltivabile – a causa dell’erosione o dell’inquinamento – con conseguenze definite disastrose in presenza di una domanda di cibo che sale alle stelle: quasi il 33% del terreno mondiale adatto o ad alta produzione di cibo è stato perduto a un tasso che supera di gran lunga il ritmo dei processi naturali in grado di sostituire il suolo consumato.
7.145 sono i comuni italiani (l’88,3 % del totale) interessati da qualche elemento di pericolosità territoriale; tra questi il 20,3 % (1.640 comuni) presentano aree ad elevato (P3) o molto elevato (P4) rischio frana, il 19,9 % (1.607 comuni) presentano aree soggette a pericolosità idraulica (P2) mentre il 43,2 % (3.893 comuni) presentano un mix dei rischi potenziali (P2, P3, P4).
Per queste ragioni il contrasto al consumo di suolo dovrebbe essere considerato una priorità e diventare una delle massime urgenze dell’agenda parlamentare, ma la “Politica” fino ad oggi non è stata neppure in grado di approvare al Senato una “timida” legge per contenere il consumo di suolo agricolo.
Per questi motivi il Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio (più noto come Forum Salviamo il Paesaggio) – Rete civica nazionale cui aderiscono attualmente oltre 1.000 organizzazioni e molte migliaia di cittadini a livello individuale – ha ritenuto indispensabile elaborare un proprio originale testo normativo, in conformità con i dettami costituzionali, volto a mettere fine al consumo di suolo e non limitarlo al suo semplice “contenimento”, da proporre come riferimento per iniziative parlamentari tese a dotare il nostro Paese di una chiara, inequivocabile, costruttiva normativa a tutela dei suoli ancora liberi, compresi quelli all’interno dell’area urbanizzata, utile a risolvere anche i problemi dell’enorme patrimonio edilizio inutilizzato ed in stato di abbandono.
Tra l’ottobre 2016 e il gennaio 2017 all’interno del Forum è stato costituito un apposito gruppo di lavoro tecnico-scientifico multidisciplinare, formato da 75 esperti di varie discipline: architetti, urbanisti, docenti universitari, ricercatori, pedologi, geologi, agricoltori, agronomi, tecnici ambientali, giuristi, avvocati, giornalisti/divulgatori, psicanalisti, tecnici di primarie associazioni nazionali, sindacalisti, paesaggisti, biologi ecc.
Il 3 febbraio scorso il testo normativo è stato reso pubblico.
Il Forum Salviamo il Paesaggio invita la società civile e il mondo ambientalista a sostenere e promuovere la trasformazione della proposta normativa in legge.
Invitiamo anche tutte le forze politiche a valutarlo e indicare la loro condivisione e l’impegno a sostenerlo fin dalle prime ore della prossima legislatura …
Approfondimenti:
Proposta di Legge d’iniziativa popolare: NORME PER L’ARRESTO DEL CONSUMO DI SUOLO E PER IL RIUSO DEI SUOLI URBANIZZATI
(Articolo pubblicato con questo titolo il 25 febbraio 2018 sul sito online di “Salviamo il Paesaggio”)
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Le risposte dei Partiti alla richiesta di valutazione della Proposta di Legge Popolare
Diciamocelo: non è stata una bella campagna elettorale per l’ambiente, tema che è stato affrontato dalle forze politiche in maniera insufficiente ed estremamente marginale (ma anche la Sanità e l’Istruzione sono parsi argomenti secondari: chissà di cosa intende preoccuparsi, allora, la “Politica”…).
Il nostro Forum Salviamo il Paesaggio ha cercato di costringere i Partiti, nell’ultimo mese, a pensarci, discuterne, parlarne, indicarci orientamenti.
Lo abbiamo fatto nel modo più semplice, ovvero trasmettendo alle segreterie nazionali il nostro fresco testo normativo per l’arresto del consumo di suolo e per il riuso dei suoli urbanizzati.
Chiedendo ad ognuno di leggerlo, analizzarlo, valutarlo e risponderci, indicandoci la loro condivisione o la segnalazione di criticità su cui confrontarci.
Un modo semplice di rapportarci. In linea teorica.
Perché riuscire a trovare (addirittura sui siti web istituzionali) i nomi dei referenti nazionali in materia ambientale e i loro indirizzi mail è stato arduo.
E, con sorpresa, abbiamo scoperto che molti Partiti non prevedono un contatto diretto con i semplici cittadini o, in qualche caso, mettono a disposizione form da compilare che non ricevono però risposte.
Quindi i nostri messaggi di richiesta saranno arrivati a tutti regolarmente ?
Nel dubbio ci siamo presi la briga di inviare messaggi personali ai membri uscenti della Commissione Ambiente (Camera e Senato), pregandoli di rispondere e/o girare le nostre missive alle persone competenti delle loro segreterie.
Insomma: le abbiamo provate tutte e il quadro di questo non agevole rapporto instaurato con i cittadini già ci pare un discreto limite alla democrazia tanto sbandierata.
Ad oggi queste sono le risposte (e le non risposte) ricevute: tenetene conto quando sarete con la vostra scheda elettorale in cabina (perchè noi più di così per ora non potevamo offrirvi …).
Di certo, ci sarà da lavorare.
E parecchio …
Le risposte dei Partiti:
LEGA NORD:
ringraziamo per la proposta di legge che sarà attentamente valutata dai nostri funzionari esperti in materia.
PARTITO REPUBBLICANO:
il partito repubblicano si è sempre battuto per la difesa del suolo e dell’ambiente con i propri esponenti più prestigiosi, da Giuseppe Galasso a Susanna Agnelli.
Può solo farci piacere che vi siano dunque associazioni che continuino e innovino questa tradizione.
La vostra proposta di legge ci sembra pregevolissima e se dovessimo tornare in Parlamento la sosterremmo molto volentieri.
Come partito nazionale non aderiamo formalmente ad iniziative di associazioni civiche, semmai chiediamo a loro di aderire a noi.
Riccardo Bruno, Direzione nazionale pri
INSIEME/VERDI:
vi ringraziamo per il lavoro che oramai da diverso tempo come Salviamo il Paesaggio state portando avanti per sensibilizzare le istituzioni, le imprese e i cittadini sul tema dello Stop Consumo Suolo.
Come Verdi, e come lista Insieme, siamo interessati e disponibili ad impegnarci a portare avanti in Parlamento ed in Regione Lazio, la legge sullo Stop del Consumo del Suolo e siamo disponibili sin d’ora per discutere su come rilanciare, in questa campagna elettorale, i temi ambientali purtroppo spesso dimenticati dai media e dalle agende politiche.
MOVIMENTO 5 STELLE:
a nome dei parlamentari delle Commissioni ambiente di Camera e Senato: abbiamo letto con interesse il testo che ci avete proposto di sottoscrivere e si sovrappone proprio alla proposta di legge di Massimo De Rosa (ora candidato alle regionali in Lombardia) sul consumo di suolo.
Proposta che con la prossima legislatura presenteremo nuovamente, sia alla Camera che al Senato.
Quindi certamente vi comunichiamo ufficialmente il nostro impegno in tal senso.
Sarà sicuramente una delle nostre battaglie nella XVIII legislatura.
E se i risultati delle urne ci dovessero consentire di essere al governo, sarà sicuramente uno dei primi provvedimenti sui quali lavoreremo.
CIVICA POPOLARE/LORENZIN:
abbiamo ricevuto il vostro messaggio e siamo in fase di sua valutazione.
PARTITO DEMOCRATICO:
Laura Puppato ci ringrazia del lavoro svolto e della collaborazione e lo gira volentieri anche al responsabile ambiente della segreteria PD, Stefano Mazzetti.
Da lui nessun segnale.
LIBERI E UGUALI:
nessuna risposta ufficiale dalla segreteria nazionale, ma diverse segnalazioni di candidati locali che si dichiarano pienamente concordi con la nostra proposta di legge e ci dicono di avere sollecitato il nazionale a risponderci.
ULTIMA ORA: Paola Natalicchio, responsabile Ambiente e Urbanistica di Sinistra Italiana, ci invia questo messaggio: “Ho avuto modo, domenica scorsa, alla città dell’Altra Economia a Roma, durante l’iniziativa La Scienza al Voto, coordinata dall’economista Leonardo Becchetti, di ufficializzare insieme all’ex Ministro Gianni Mattioli l’adesione formale della segreteria nazionale di Sinistra Italiana alla vostra proposta.
Non ho mai ricevuto, come responsabile Ambiente e Territorio del partito, nè sulla mia mail personale nè su questa ufficiale del Dipartimento alcuna richiesta di adesione.
Quindi Vi chiedo di raccogliere con questa mia mail l’adesione formale della segreteria di Sinistra Italiana e di darne notizia nella conferenza stampa del 1 marzo”.
POTERE AL POPOLO:
nessuna risposta ufficiale dalla segreteria nazionale, ma diverse segnalazioni di candidati locali che si dichiarano pienamente concordi con la nostra proposta di legge e ci dicono di avere sollecitato il nazionale a risponderci.
Tutto qui.
Un po’ poco, già; ma questo è il quadro della situazione, ed è bene esserne consci …
(Articolo pubblicato con questo titolo il 25 febbraio 2018 sul sito online di “Salviamo il Paesaggio”)
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