Potrebbero cominciare il prossimo febbraio i lavori di costruzione di un impianto per la produzione di energia elettrica nel cuore della riserva naturale di Selous, nel sud della Tanzania, compresa tra i siti patrimonio dell’umanità dall’Unesco fin dal 1982. Lo hanno deciso i ministeri competenti in una recente riunione a Dodoma, la nuova capitale amministrativa del paese. L’impianto si comporrà di una diga, la Kidunda Dam, e di una stazione per la produzione di energia idroelettrica, la Stiegler’s Gorge Hydropower generation station, entrambe costruite nel cuore della riserva. Il progetto costerà complessivamente 2,6 miliardi di dollari e produrrà 2.100 Megawatt di energia elettrica. Il progetto, studiato già una quarantina d’anni fa, è fortemente voluto dal presidente tanzaniano John Magufuli, che si propone così di spingere l’industrializzazione del paese e di attirare investimenti stranieri, secondo il suo piano quinquennale di realizzazioni a sostegno dello sviluppo del paese. Almeno nella sua fase iniziale, verrà finanziato con risorse nazionali. Il progetto è stato molto criticato in tutto il suo percorso perché verrà realizzato in una riserva naturale vasta più o meno come la Svizzera, una delle più grandi e importanti di questo genere non solo in Africa, ma nel mondo intero. Vi si trovano alcuni siti noti per essere stati l’habitat di gruppi di ominidi, ed è dunque da considerare come una delle culle dell’umanità. Ha inoltre una numerosa e differenziata fauna selvatica, tra cui una popolazione di almeno 110mila elefanti, il gruppo più numeroso rimasto al mondo. Tra i critici più accesi è da annoverare il governo tedesco, che, attraverso la Frankfurt Zoological Society (FZS) e il WWF sta finanziando un programma anti bracconaggio e uno di sostegno allo sviluppo ecosostenibile della zona, in cui protagonista è la popolazione locale. Questi gruppi ambientalisti e animalisti, e numerosi altri, temono infatti fortemente […]