Erano in vacanza in montagna Lise Meitner, fisica tedesca ebrea sfuggita dalla Germania nazista e rifugiata in Svezia, e il nipote Otto Frisch, fisico austriaco ebreo rifugiato in Danimarca, quando, quel Natale del 1938, discutendo i più recenti risultati degli esperimenti dei fisici italiani e tedeschi, capirono che nel bombardamento con neutroni dei nuclei di uranio non si formano degli elementi “più pesanti” dell’uranio, come credevano questi fisici, ma il nucleo di uranio si rompeva, subiva “fissione”, in nuclei più piccoli con liberazione di grandi quantità di energia, quella che con pochi chili di uranio avrebbe potuto sterminare, in un colpo solo, centomila giapponesi a Hiroshima e Nagasaki. E stava viaggiando per nave dall’Europa a Londra Rudolf Diesel, il fortunato inventore del motore capace di bruciare residui del petrolio e oli vegetali, quando scomparve: incidente, omicidio, suicidio? E quell’ingegnere uruguayano di origine tedesca, che attraversò l’Oceano per andare a Giessen per farsi spiegare dal prof. Justus von Liebig come sarebbe stato possibile produrre, dalle grandi mandrie di bovini del lontano paese americano, un concentrato delle sostanze nutritive della carne in modo da poter migliorare, con poca spesa, la scarsa alimentazione del proletariato delle grandi metropoli industriali. Sono tre dei dodici racconti (dodici come i mesi dell’anno), raccolti da Giorgio Nebbia, professore emerito di Merceologia dell’Università di Bari, in Erano andati a sciare, pubblicato dalla rivista .eco, l’educazione sostenibile, compreso nell’abbonamento per gli abbonati alla testata storica dell’educazione ambientale italiana (è nata nel 1989), ma acquistabile anche separatamente, in edizione a stampa o digitale. Racconti “mensili” come quelli del libro Cuore di De Amicis, su eventi e persone della storia della tecnica e dell’industria del XX secolo. Racconti di successi e di insuccessi, di fortune economiche o di persone finite in miseria, di operai intossicati e di invenzioni sbagliate, che […]