Da oggi [21 settembre 2017, ndr.] il Comprehensive economic and trade agreemen (Ceta), l’accordo di libero scambio tra Unione europea e Canada, è entrato in vigore in via “provvisoria”, così come hanno deciso il presidente della commissione europea Jean-Claude Juncker e il premier del Canada Justin Trudeau, in attesa che tutti i 28 parlamenti dei paesi Ue approvino il contestato Trattato. Anche l’Osservatore Romano, il quotidiano del Vaticano ha espresso molte perplessità sull’accordo e Coldiretti, che è impegnata da mesi in una mobilitazione permanente contro la ratifica del trattato con l’iniziativa #stopCeta condivisa con un’inedita ed importante alleanza con altre organizzazioni Cgil, Arci, Adusbef, Movimento Consumatori, Legambiente, Greenpeace, Slow Food International, Federconsumatori, Acli Terra e Fair Watch), ribadisce che «l’accordo Ceta è un regalo alle grandi lobby industriali dell’alimentare che colpisce il vero Made in Italy e favorisce la delocalizzazione, con riflessi pesantissimi sul tema della trasparenza e delle ricadute sanitarie e ambientali». Secondo la più grande associazione agricola italiana, «per la prima volta nella storia l’Unione Europea legittima in un trattato internazionale la pirateria alimentare a danno dei prodotti Made in Italy più prestigiosi, accordando esplicitamente il via libera alle imitazioni che sfruttano i nomi delle tipicità nazionali, dall’Asiago alla Fontina dal Gorgonzola ai Prosciutti di Parma e San Daniele, ma sarà anche liberamente prodotto e commercializzato dal Canada il Parmigiano Reggiano con la traduzione di Parmesan. La svendita dei marchi storici del Made in Italy agroalimentare non è solo un danno sul mercato canadese ma è soprattutto un pericoloso precedente nei negoziati con altri Paesi anche emergenti che sono autorizzati cosi a chiedere le stesse concessioni. Secondo la Coldiretti su un totale di 291 denominazioni italiane riconosciute, ben 250 non godono di alcuna tutela come ha denunciato la maggioranza dei Consorzi di tutela. Il […]