L’appena pubblicato Rapporto Coop 2017 rappresenta una vera e propria miniera di dati, utilissima per fare il punto sull’evoluzione dell’Italia attraverso lo specchio dei suoi consumi (e non solo). La fotografia scattata dall’Ufficio studi di Coop è quella di un Paese che, dopo dieci anni di crisi, si scopre stanco di essere infelice e cerca la sua via di fuga in un rinnovato carrello della spesa. Non che gli italiani abbiano d’improvviso serenità d’animo. Dal 2008 al 2017 la soddisfazione per la propria vita – in una scala da 0 a 10 – è anzi crollata in media da 7,2 a 5,3, un punteggio sotto la sufficienza e più basso rispetto a quelli registrati in Francia, Spagna, Germania o Regno Unito; a salire sono state in compenso insicurezza e paure, legate sì alle condizioni economiche (in dieci anni i poveri assoluti sono raddoppiati a 4,6 milioni di individui, con il 28,7% della popolazione a rischio povertà o esclusione sociale), ma sempre più anche a inquinamento (+53% delle ricerche su Google dal 2012) e immigrati (+107%), che hanno probabilmente aumentato la propensione degli italiani ai consumi di antidepressivi (+18% in dieci anni, con picchi in Liguria e Toscana). È in questo scenario che si inseriscono i dati della mini-ripresa in corso: Il Pil fa registrare un +1,5% nel 2017 e un +1,2% atteso nel 2018 considerato tutto sommato un risultato incoraggiante seppur lontano dal 2,1% dell’area euro, e i consumi continuano il loro trend positivo (l’anno in corso si chiuderà con un + 1,2%) a patto però di una diminuzione del tasso di risparmio e del nuovo incremento dei prestiti». La felicità, in comode rate. In quest’Italia alla ricerca di una nuova identità non cambia però solo la quantità ma anche la qualità dei consumi. Il Rapporto Coop 2017 ci descrive come […]