Mentre le associazioni ambientaliste statunitensi hanno passato la scorsa settimana a denunciare l’uscita degli Usa dall’Accordo di Parigi e la rinuncia di Donald Trump ad esercitare una qualsiasi leadership nella lotta ai cambiamenti climatici, Trump preparava un’altra delle sue decisioni contro tutti e tutto, meno che contro le Big Oil. Ha infatti deciso di approvare provvisoriamente test sismici con la tecnica dell’airgun nell’Eastern Seaboard, il primo passo verso la trivellazione offshore dell’Atlantico statunitense. Il permesso, che verrà pubblicato oggi nel Federal Register, permette in particolare alle 5 compagnie petrolifere che cercano riserve petrolifere nei fondali dell’’Atlantico Usa «l’accidentale, ma non intenzionale» interferenza con «un piccolo numero di mammiferi marini». In realtà, come spiega Oceana, «secondo le stime del governo, i test sismici con l’airgun nell’Atlantico potrebbe ferire ben 138.000 mammiferi marini come delfini e balene, mentre disturberebbe le attività vitali di altri milioni di animali». Su ThinkProgress, Samantha Page ricorda che «il testing sismico è un metodo per determinare la composizione del fondo dell’oceano tracciando i riverberi di boom sonici molto forti sott’acqua. La pratica è nota per distruggere la vita acquatica, inclusi pesci, tartarughe marine, e mammiferi come le balene, e richiede un permesso “incidental take”». Il direttore del progetto marine mammal protection del Natural resources defense council (Nrdc), Michael Jasny, sottolinea che con il rumore prodotto dai test sismici «è come gettare la dinamite in acqua» e ha definito la decisione di Trump «una grave aggressione alla vita dell’oceano». Ingrid Biedron, una biologa marina di Oceana, spiega ancora: «Gli airgun sismici creano uno dei più forti suoni artificiali nell’oceano. Gli airgun sismici sparano intense raffiche di aria compressa ogni 10 a 12 secondi, 24 ore al giorno, per settimane o mesi e mesi. Il rumore da queste esplosioni è così forte che può essere sentito fino a […]