La Cementi Rossi di Poderobba, nel trevigiano, “chiede l’autorizzazione a bruciare, nei propri forni, durante il processo produttivo anche residui della plastica“. Attualmente lo stabilimento di via San Giacomo utilizza due classi di combustibili: quelli convenzionali – costituiti da bitume di petrolio, coke, olio combustibile e gas naturale – e combustibili alternativi rappresentati da rifiuti non pericolosi: pneumatici fuori uso triturati oltre a farine proteiche e grassi animali. A tal fine l’azienda piacentina ha presentato la richiesta «di ampliamento della specificazione merceologica», aprendo così la procedura di valutazione d’impatto ambientale (Via) che coinvolge Provincia e Regione. La presentazione pubblica del progetto è avvenuta in piazza Case rosse, il 23 febbraio scorso, nella sala riunioni del Comune di Pederobba. Ecco un primo articolo. A detta della Cementi Rossi, oggi, “reperire pneumatici usati è sempre più difficile” pertanto chiede di poter ampliare la tipologia delle plastiche combustibili. “Queste arriveranno dal recupero di rifiuti non più utilizzabili come materia prima“, in particolare si tratta di materiale proveniente in prevalenza dal consorzio Corepla (raccolta differenziata), plastiche e gomme di scarto non recuperabili provenienti da attività industriali di vario genere (film per etichette, imballaggi, ritagli di guarnizioni). A seguito di questa iniziativa industriale, i cittadini e le associazioni ambientaliste, raccolte nel Coordinamento “Area Che Voglio” hanno, grazie all’impulso del pediatra Toffol, promosso una serie di incontri informativi di cui il primo si terrà venerdì 17 marzo, alle ore 2046, presso la Palestra di Onigo in via Del Cristo. Saranno presenti: – Prof. Gianni Tamino, già docente di biologia e ricercatore; – Ing. Stefano Luciani, Movimento civico “Cambiamo Aria” ed esperto in impianti industriali; – Francesco Miozzi, Comitato “Lasciateci Respirare” di Monselice.