Renzo Moschini
È probabile – ma qui le sorprese sono frequenti – che alla Camera stia per concludersi dopo alcuni anni di scandaloso tira e molla la discussione con il voto sulla nuova legge sui parchi.
Legge partita come peggio non poteva con il ministro di Forza Italia e prossima al traguardo grazie in particolare a Ermete Realacci che dopo incontri e promesse non mantenute darà la zampata finale.
È certo un brutto segno dei tempi che proprio chi ha il merito principale del varo di quella legge nel 1991 oggi risulti tra i più vispi protagonisti della sua messa in mora.
Siccome sono da qualche tempo uno che si occupa di parchi sentire dire che la legge permetterà al ministero dell’ambiente e a quello dei Beni culturali di metter becco nei piani e a quello dei parchi nazionali non sai se fa ridere o incavolarti – io propendo per la seconda.
Che il ministro Galletti dei parchi non sappia e non gliene importi una mazza è risaputo ma che il Pd non abbia meglio da fare e non solo in parlamento è assolutamente inspiegabile avendo avuto a suo tempo Orlando ministro.
Farebbe bene a ricordarsene.
E soprattutto farebbe bene a tener conto delle molte interessanti proposte avanzate da quasi tutte le associazioni ambientaliste prima di cestinarle.
Non sempre – come insegna il Referendum – tirare dritto paga.
(Articolo di Renzo Moschini del Gruppo San Rossore, pubblicato con questo titolo il 10 marzo 2017 sul sito online “greenreport.it”)