Mai stato così attuale il proverbio “Chi troppo vuole nulla stringe”. Infatti, voler cambiare 47 articoli della Costituzione su un totale di 139 significava auspicare un cambiamento esagerato in modo irresponsabile ed arrogante, arrecando un peggioramento al testo illuminato della Carta costituzionale. Il tentativo di approvare una riforma illegittima, da parte di un Parlamento illegittimo, ha raccolto il suo scontato esito fallimentare: il «NO» alla riforma vince con il 59,95%. Il Sì si impone solamente in Emilia Romagna, Toscana, Alto Adige e all’estero. Anche la Basilicata si conferma una Regione contraria alle politiche riformiste di Renzi & C. con una netta prevalenza dei «NO», pari al 65,9%, dando dimostrazione di responsabilità e voglia di cambiamento anche in considerazione dell’elevata affluenza pari al 62.85%. Palazzo San Gervasio, con 2.338 votanti, ha fatto registrare la più alta percentuale dei «NO» tra i 18 Comuni che afferiscono all’intera area del Vulture Alto Bradano. Palazzo San Gervasio 77.48% (2338 votanti) Rapolla 72.27%, Rionero in Vulture 70.84%, Melfi 69.34%, Lavello 67.81%, Barile 67.54%, Venosa 67.06%, Montemilone 66.23%, Maschito 65.35%, Atella 63.64%, Ginestra 63.48%, San Fele 62.25%, Genzano di Lucania 58.54%, Ripacandida 58.36%, Forenza 57.77% Banzi 57.46%, Rapone 56.67%, Ruvo del Monte 54.70%. All’indomani del referendum non ci sarà nessuno scenario catastrofico come, invece, prospettato da molti simpatizzanti del «SI». Il Presidente Mattarella ha nettamente mostrato la sua contrarietà a sciogliere le Camere senza una legge elettorale omogenea per entrambi i rami del Parlamento. Infatti, l’Italicum è una legge approvata e pensata per una sola Camera e non può allo stato attuale essere usata per nuove elezioni. L’Italicum, applicabile unicamente per l’elezione dei 630 deputati, è in attesa del giudizio della Corte Costituzionale che il 24 gennaio si pronuncerà sulla sua aderenza ai principi costituzionali. Per l’elezione dei senatori resta in vigore il cosiddetto Consultellum […]