Ogni anno, dopo la cerimonia di consegna dei premi “Verde Ambiente“, quello che rimane, oltre la naturale stanchezza, è l’emozione e la consapevolezza di aver incontrato persone che da quel momento cambieranno il modo in cui percepisci il mondo in cui vivi. Ogni anno, cerchiamo di premiare chi, secondo criteri il più possibile oggettivi, ha lasciato un segno evidente dell’importanza dei temi che sta trattando: l’ambiente, la legalità, la storia. Quest’anno per me forse è stato l’anno più importante e significativo: la condivisione dei nomi, la ricerca delle informazioni, il lavoro di confronto e infine il sì alla partecipazione di persone che, a mio avviso, hanno davvero restituito un’immagine dell’Italia diversa, rispetto a quella che spesso siamo portati a considerare. L’immagine di un popolo che combatte e che non si arrende di fronte a “niente” e “nessuno“, pure se il “Niente” sono le intimidazioni personali e le minacce di morte e “Nessuno” è la Camorra. La presenza di Catello Maresca, magistrato della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e quella di Cesare Sirignano, magistrato della Direzione Nazionale Antimafia è stata la testimonianza più evidente. In piedi, tra noi, senza farsi fermare da Niente e da Nessuno. Con loro Ciro Corona, un altro grande uomo, un “eroe” anche lui, come l’ha definito il nostro presidente, perché gli eroi vanno riconosciuti da vivi, non solo quando muoiono, aggiungo io. Ciro è il presidente di una cooperativa sociale nata a Scampia, la (R)Esistenza, che si occupa dei “ragazzi a rischio” del quartiere, quelli che la camorra usa come “manovalanza”, pagandoli bene, perché nel disagio un No è difficile da dire e quando lo Stato è assente, è difficile pure capire che possano esserci delle alternative a quella che si percepisce quasi come la propria normalità. A Sorrento c’era l’Italia che non volge la testa […]