Siccità in Thailandia
Via libera dell’Aula del Senato alla ratifica dell’accordo di Parigi collegato alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, la cosiddetta Cop21, adottato a Parigi il 12 dicembre 2015.
Il provvedimento è stato approvato in via definitiva all’unanimità con una sola astensione.
In precedenza era già stato approvato dalla Camera.
“È una giornata molto importante, la ratifica segna la conclusione di un ottimo lavoro di squadra tra Governo e Parlamento che ci permette di arrivare con l’accordo ratificato a Marrakech“.
Così il ministro per l’Ambiente Gian Luca Galletti in Senato parla con i giornalisti a margine dell’approvazione della ratifica dell’accordo di Parigi.
“Ora – aggiunge – dopo le parole dobbiamo passare ai fatti: noi partiamo da una condizione privilegiata rispetto agli altri Paesi, perché una buona parte del percorso di riduzione della CO2 l’abbiamo fatta in questi anni.
Abbiamo raggiunto gli obiettivi del precedente accordo, quello di Kyoto, con 5 anni di anticipo“, e allora “dobbiamo continuare a essere virtuosi, quindi avanti con azioni che ci permettano di centrare anche prima degli impegni presi gli obiettivi del protocollo di Parigi“.
L’Accordo di Parigi è stato raggiunto il 12 dicembre 2015 alla Conferenza sul clima Cop21 nella capitale francese e firmato dai capi di stato e di governo il 22 aprile di quest’anno alla sede Onu di New York.
Con l’Accordo, i governi si impegnano a contenere il riscaldamento globale provocato dai gas serra entro i 2 gradi dal livello pre-industriale, e se possibile entro 1 grado e mezzo.
L’intesa sul clima di Parigi entrerà in vigore il prossimo 4 novembre, 30 giorni dopo l’adesione di almeno 55 Paesi che rappresentano almeno il 55% delle emissioni.
Enea, Italia non in linea per raggiungere target 2030.
L’attuale sistema di politiche e misure in Italia non permette di raggiungere gli obiettivi climatici nazionali al 2030.
Per centrarli occorre agire in tre direzioni: riqualificare il patrimonio edilizio, intervenire sulla mobilità, e introdurre strumenti normativi e finanziari per promuovere le energie rinnovabili e l’efficienza energetica.
È quanto emerge dallo studio “Parigi e oltre”, realizzato da Enea e Ispra in collaborazione con il ministero dell’Ambiente e presentato oggi a Roma.
Gli impegni climatici nazionali, che riguardano i settori cosiddetti non Ets (trasporti, civile, agricoltura, rifiuti e piccola industria), prevedono che l’Italia riduca del 33% le emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 2005.
Secondo lo scenario Enea-Ispra, le politiche attuali in materia consentiranno di arrivare a una riduzione del 21%.
Nello scenario è preso in considerazione l’attuale congelamento degli incentivi alle rinnovabili, mentre non sono contemplate le misure contenute nella manovra (il prolungamento dell’Ecobonus) che, spiegano gli autori dello studio, possono far avvicinare l’obiettivo, ma solo in piccola misura.
“Bisogna puntare su ricerca e innovazione, per migliorare e rendere ancora più conveniente una transizione dell’economia in chiave low carbon, rafforzando l’impegno verso le tecnologie che contribuiscono a raggiungere quest’obiettivo – ha commentato il presidente dell’Enea, Federico Testa -. L’Italia ha ottenuto risultati significativi nella riduzione delle emissioni di gas serra, nella produzione di energia da fonti rinnovabili e nell’efficientamento energetico del sistema produttivo.
È essenziale tuttavia continuare a promuovere con decisione politiche in questa direzione e puntare su ricerca e innovazione tecnologica, anche in considerazione di un’inversione del trend, che ha visto un aumento delle emissioni nel corso del 2015“.
“Il Wwf è soddisfatto rispetto alla rapida approvazione da parte del Parlamento della ratifica dell’Accordo di Parigi sul Clima, atto che permetterà all’Italia di avere le carte in regola alla prima riunione sull’Accordo nell’ambito della imminente COP22 di Marrakesh.
Anche se non sappiamo se formalmente si sia stati in tempo, nella sostanza apprezziamo lo sforzo compiuto nel mantenere tempi rapidi“.
Lo scrive la ong ambientalista in un comunicato.
“Dal prossimo 4 novembre, con l’entrata in vigore effettiva dell’Accordo, non si apre un periodo di celebrazioni, bensì comincia una fase di duro lavoro per tutti – prosegue il Wwf -. La decarbonizzazione è una necessità che proprio nello spirito dell’Accordo di Parigi deve vedere i singoli paesi protagonisti.
Ci aspettiamo dunque che da domani il Governo e il Parlamento inizino a lavorare su una strategia di decarbonizzazione con tappe immediate, per eliminare i combustibili fossili dalla nostra economia, in modo da contribuire a limitare il riscaldamento globale entro 1,5 C e nello stesso tempo cogliere le opportunità ed entrare nella nuova Età del Sole“.
Greenpeace interviene sul via libera dell’Aula del Senato alla ratifica dell’Accordo della Cop 21 di Parigi collegato alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.
“Meglio tardi che mai. Dopo la ratifica dell’Accordo di Parigi, bisognerebbe rivedere gli impegni volontari sia in sede europea che nazionale” commenta Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia.
“Il governo Renzi dovrebbe smettere di porre ostacoli e impedimenti alle rinnovabili; occorre rilanciare le politiche di efficienza e intervenire seriamente sul settore della mobilità e dei trasporti.
La mobilità del futuro è elettrica, insistere sul gas come si sta facendo è miope e di retroguardia“.
(ANSA del 27 ottobre 2016, ore 17:32)