L’appello degli attivisti: crociere fuori dalla laguna

 

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Una manifestazione riuscita …col botto.

Il Movimento No Grandi Navi ha infatti chiuso una delle più partecipate manifestazioni con i fuochi d’artificio, quando l’ultima grande nave, la MSC Orchestra, aveva acceso i motori e si preparava a lasciare la Stazione Marittima.

Verso le 20.30, mentre Eugenio Finardi cantava le ultime canzoni, i manifestanti con barchino sono partiti all’attacco della Costa Deliziosa, inseguendola e lanciando fumogeni quasi fino a Punta della Dogana.

La gente è rimasta sulla riva ancora, aspettando che passasse la MSC Orchestra per poter ripetere a gran voce il messaggio.

Non sono state risparmiate neppure le più piccole.

Quando sono passate l’Ocean Majesty e la Thomson Celebration di piccola e media stazza, dalla riva delle Zattere e dall’acqua i manifestanti hanno urlato con tutte le corde vocali «Fuori le navi dalla laguna».

L’Ocean Majesty, passata per prima, è stata accolta da fumogeni colorati sotto gli occhi sbigottiti dei passeggeri che ricorderanno una Venezia fatta di residenti arrabbiati.

Per tutto il pomeriggio la musica ha movimentato quella che è stata una grande festa, coronata dall’arrivo di Eugenio Finardi che ha dedicato a Venezia la canzone «Dolce Italia».

Oltre un migliaio di bandiere «No grandi navi» hanno sventolato ieri per tutto il pomeriggio dalla riva delle Zattere, accompagnate dalle vele delle imbarcazioni sulle quali erano dipinti slogan e scritte come «Extraterrestre portale via», parafrasando la canzone di Finardi.

Presenti tutte le generazioni, inclusi i più piccoli che si sono divertiti nello stand «Piratini» con attività dedicate all’ambiente.

«Cerco come tutti i genitori di trasmettere più che posso ai miei figli la bellezza di questa città» ha detto Giovanna Di Cataldo con i figli Diego e Camilla «ma vorrei che diventasse vivibile e che desse lavoro.  

Credo che ormai abbiamo toccato il fondo.  

I cittadini nell’ultimo periodo si stanno facendo sentire con assemblee e manifestazioni, adesso tocca alle istituzioni supportarli».

Moltissimi i veneziani presenti, ma anche persone venute dalle città più disparate come la fotografa Marialuna Maresca delle Isole Eolie: «Capisco cosa vuol dire il turismo mordi e fuggi che sta distruggendo Venezia» ha detto «io vivo a Stromboli, un’isola che ha in media 4000 turisti mordi e fuggi al giorno con circa 400 residenti d’inverno».

Anche l’avvocato Nicolò Haeusgen e la giornalista Cristina Maidt da Monaco erano presenti, ognuno con una bandiera in mano.

I due amici hanno preso casa a Venezia tanti anni fa, ma non riconoscono più la città che un tempo li ha stregati.

«L’immagine di Venezia che abbiamo in Germania» hanno raccontato «è quella di un posto sempre più simile a un Luna Park.

Questo turismo di massa la sta distruggendo».

Oltre agli attivisti erano presenti anche gli indipendentisti, il Movimento pastafariano, i No Tav, i Comitati contro l’inceneritore di Porto Marghera per un totale di decine e decine di associazioni.

Oltre al «No alle navi» anche molte richieste per una città che si ricordi dei suoi abitanti.

«Non ci sono a Venezia centro culturale per i giovani» hanno detto Anna Fabbri e Debora Ballarin con l’amico Roberto Allegretto jr «Posti dove ci si possa trovare che non siano bar».

Insomma, un corto di voci che chiede di essere ascoltato come ha ricordato Furio Forieri, ex Pitura Freska: «Il messaggio deve arrivare in Parlamento» ha detto «anzi, deve arrivare a livello planetario.  

Venezia non può essere un posto dove fare ricchezza».

 

(Articolo di Vera Mantengoli, pubblicato con questo titolo il 26 settembre su “La Nuova di Venezia e Mestre”)

 

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