SYDNEY – Perché il ghiaccio marino dell’Antartide ha continuato a crescere, mentre i modelli computerizzati indicano che invece dovrebbe restringersi a causa del cambiamento climatico?
Scienziati australiani e statunitensi ritengono che la risposta stia nei cicli naturali delle temperature oceaniche.
Climatologi della Monash University di Melbourne e dell’Australian Bureau of Meteorology, affiancati da scienziati dell’US National Centre for Atmospheric Research, hanno ripassato al vaglio una serie di modelli computerizzati per rispondere al dilemma che divide i climatologi, legato alle temperature più fredde della media nell’acqua di superficie e all’espansione dei ghiacci.
La crescita del ghiaccio antartico è sottolineata dagli scettici del clima, ma lo studio pubblicato su Nature Geoscience la collega invece all’Interdecadal Pacific Oscillation (IPO), che ha completato un ciclo e che nella prossima fase agirà in senso opposto, facilitando lo scioglimento dei ghiacci.
“Il clima che subiamo durante una data decade è una combinazione della variabilità che avviene naturalmente e della risposta del pianeta alle crescenti concentrazioni di gas serra“, scrive Julie Arblaster della Monash University.
“Non è mai un fattore o l’altro, ma è una combinazione che è importante comprendere“, aggiunge.
Gli scienziati hanno esaminato 262 simulazioni di modelli climatici e hanno osservato che 10 di esse caratterizzavano correttamente la variabilità naturale fra il 2000 e il 2014.
Tutti i modelli mostravano un aumento del ghiaccio marino antartico in tutte le stagioni.
“Quando tutti i modelli sono considerati insieme, e si calcola la media della variabilità naturale, si può determinare separatamente la riduzione causata dal riscaldamento globale”.
Il ghiaccio marino che circonda l’Antartide è cresciuto di quasi cinque volte fra il 2000 e il 2014 in seguito alla transizione dell’IPO verso una fase negativa dal 1999.
Il nuovo studio mostra che quando l’IPO cambia fase, da positiva a negativa o viceversa, si attiva una reazione a catena di impatti climatici che hanno effetto sulla formazione di ghiaccio marino.
Le temperature di superficie più fredde causano cambiamento alle precipitazioni tropicali, che a loro volta causano cambiamenti di larga scala ai venti che si estendono sull’Oceano Meridionale.
(Articolo pubblicato con questo titolo il 7 luglio 2016 sul quotidiano on line “la Repubblica Ambiente”)