In data 12 maggio 2016 l’intero gruppo dei 7 consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle ha presentato una proposta di legge concernente “Disposizioni in materia di mezzi pubblicitari”.
Il successivo 16 maggio il gruppo ne ha dato notizia nel proprio sito con il seguente articolo dal titolo “Depositata proposta di legge per regolamentare impianti pubblicitari e combattere l’abusivismo”.
Il paesaggio regionale da decenni assiste impotente alla proliferazione di impianti pubblicitari, un’invasione che non ha risparmiato nemmeno le aree di maggiore pregio, sottoposte a stretti vincoli naturali o paesaggisti.
Per contrastare questo fenomeno abbiamo depositato una proposta di legge, costituita da 8 articoli e basata sul PTPR, sul Codice dei beni ambientali e del paesaggio e sul Codice della strada.
L’obiettivo è quello di stabilire modalità chiare per la corretta gestione di autorizzazione degli impianti da parte dei comuni, a causa delle differenti normative attualmente applicate, e di sradicare il fenomeno dell’abusivismo attraverso un incisivo regime sanzionatorio, non solo per chi materialmente installa le plance ma anche per chi ne usufruisce.
È una legge a costo zero, perché non graverà sul bilancio regionale, e che porterà solo benefici economici e ‘visivi’ al Lazio.
È una proposta di buonsenso, che risponde alle richieste delle associazioni ambientaliste e di tutela del patrimonio culturale e artistico, mi auguro quindi che goda dell’ appoggio di tutte le altre forze politiche per ottenere una rapida calendarizzazione e dotare finalmente la nostra regione di uno strumento di vero contrasto a questo fenomeno che deturpa il territorio regionale.”
Lo dichiara Devid Porrello, capogruppo M5S Lazio.
Al testo definitivo della proposta di legge si è arrivati dopo che il 21 aprile 2016 l’assistente del cons. Devid Porrello mi ha trasmesso la bozza iniziale “per avere un parere ed integrare eventuali suggerimenti”: il successivo 26 aprile ho ritrasmesso la bozza della proposta di legge così come da me modificata ed integrata, che è stata pressocchè integralmente recepita dal gruppo del M5S.
Sul piano delle procedure entro 3 mesi dalla data di entrata in vigore della legge tutti i Comuni del Lazio dovranno adeguare i propri Regolamenti “relativi alle modalità di effettuazione della pubblicità” o provvedere ad adottarli nel caso ne siano sprovvisti: in caso di inadempienza la Regione dapprima diffida a provvedere entro il mese successivo ed esercita poi il potere sostitutivo (combinato degli artt. 3 e 7).
Il Regolamento è propedeutico alla redazione del Piano Generale degli Impianti, che va redatto entro 6 mesi dall’entrata in vigore della legge “individuando la localizzazione degli impianti pubblicitari su cartografia in scala 1:2000” (art. 4): per un opportuno confronto sono stati redatti in scala 1:5.000 i Piani di Localizzazione degli Impianti Pubblicitari del Comune di Roma che il gruppo del M5S invece non prevede, dal momento che demanda direttamente al Piano Generale degli Impianti Pubblicitari il compito di individuare anche la localizzazione di tutti gli impianti.
Sul piano invece dei contenuti, ai fini di una corretta redazione di ogni Piano Generale degli Impianti la proposta di legge detta una serie di criteri, prescrivendo in particolare (all’art. 4) il divieto di “installazione di impianti pubblicitari di qualsiasi forma e dimensione”, così come di “pubblicità con veicoli di qualsiasi natura fatta eccezione per i mezzi di trasporto pubblico di linea e non di linea”, “all’interno dei centri e nuclei storici con relativa fascia di rispetto così come delimitati dal Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR)” e demandando “congiuntamente a Regione e Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo” il compito di definire “specifiche prescrizioni di tutela” “per gli insediamenti urbani storici riconosciuti dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità”.
Fra i criteri generali di redazione la proposta di legge dispone che “il Piano generale degli impianti di ogni comune deve prevedere di destinare una parte della esposizione pubblicitaria complessiva agli impianti di pubblica utilità” (art. 4), “intesi anche come elementi di arredo urbano di pubblica utilità contenenti, in via accessoria, superficie pubblicitaria oppure come impianti pubblicitari collegati e finalizzati al finanziamento di progetti di servizi di pubblica utilità e/o di mobilità alternativa” (art. 2).
Va messo in evidenza a tal riguardo la volontà del gruppo del M5S di “obbligare” ogni Comune, e non di lasciargli la non doverosa “possibilità”, di dotarsi di elementi di arredo urbano (come panchine, totem interattivi ecc.) e/o di servizi (come il bike sharing) a titolo gratuito concedendo come corrispettivo una parte della superficie pubblicitarie complessiva.
Sul piano delle procedure, nel caso che un Comune “ancorché provvisto di regolamento relativo alle modalità di effettuazione della pubblicità” non provveda ad adottare il Piano generale degli Impianti entro 6 mesi dall’entrata in vigore della legge, la Regione dapprima diffida a provvedere entro il mese successivo ed esercita poi il potere sostitutivo, nominando un Commissario ad acta che provvederà alla redazione del Piano entro 60 giorni (art. 7).
Sempre sul piano delle procedure “le autorizzazioni all’esposizione di pubblicità con mezzi privati e le locazioni di impianti ed altri beni comunali per il medesimo fine hanno durata decennale” ed ai fini del rilascio di questi titoli “i Comuni suddividono il proprio territorio in lotti per ognuno dei quali si procede al rilascio delle autorizzazioni decennali degli impianti che lo ricomprendono previa gara pubblica, da ripetere ogni dieci anni”. (art. 5)
La proposta di legge disciplina anche il caso di installazioni abusive, disponendo una sanzione amministrativa progressiva a seconda del grado di recidività nel seguente modo: “la sanzione amministrativa pecuniaria da applicare a chiunque installa un impianto pubblicitario abusivo di qualunque tipologia va dal minimo stabilito dalle rispettive disposizioni sopra richiamate in caso di accertata prima violazione, aumentato del 20% in caso di seconda violazione, del 50% in caso di terza violazione, fino al massimo da applicare sempre e comunque oltre la terza violazione accertata.”
Non mi risulta che le altre Regioni d’Italia abbiano fin qui approvato una legge finalizzata ad uniformare le modalità di effettuazione della pubblicità in tutto il territorio regionale: sarebbe questo il primo caso.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi
AGGIORNAMENTO
Alla proposta è stato assegnato il n. 133 del 12 maggio 2016.
Il 20 maggio 2016 la proposta è stata sottoposta all’esame delle seguenti 3 Commissioni e del Consiglio delle Autonomie Locali.