Rifiuti organici I compostatori italiani, produttori di biomasse, stimano di arrivare al 2020 con 8 milioni di tonnellate di rifiuti trattati, con un giro d’affari che crescerebbe di 300 milioni, a 2 miliardi e mezzo di euro solo con compostaggio e digestione, e la creazione di altri 5.000 posti di lavoro sul ciclo completo. Sono i numeri del settore secondo Alessandro Canovai, presidente del Consorzio Italiano Compostatori, che oggi a Firenze ha partecipato all’assemblea nazionale del consorzio stesso, caratterizzata da una tavola rotonda pubblica con gli operatori del settore. “Siamo un settore fino a oggi senza incentivo alcuno rispetto ad altre filiere della raccolta differenziata“, rivendica Canovai. Il fatturato delle aziende associate al Cic si aggira sui 1,5 miliardi di euro, e il totale degli addetti raggiunge quota 12 mila, tenendo conto anche dell’indotto. cui andrebbero, In prospettiva, ai 2,5 miliardi di business se ne potrebbero aggiungere 1,3 miliardi di ricadute economiche ed occupazionali della innovativa filiera del biometano. Secondo la ricerca “La filiera del rifiuto organico. Un patrimonio italiano da valorizzare” presentata dal CIC, il compostaggio e la digestione hanno ancora ampio potenziale di crescita e di sviluppo e risultano strategici per cogliere gli obiettivi europei e portare in discarica solo il 5-10% dei rifiuti urbani, come avviene nelle nazioni europee avanzate. “È necessario tuttavia – ha commentato Massimo Centemero, direttore del CIC – investire in nuovi impianti su tutto il territorio e lavorare su una strategia nazionale di waste management per valorizzare e favorire la crescita della filiera, uscire da logiche territoriali e locali per misurarsi su scenari europei e farsi promotori di politiche europee. Ci stupisce la scarsa considerazione della politica al ruolo del settore del biowaste. Le aziende CIC da più di vent’anni creano green jobs, sono coerenti con i principi dell’economia circolare e di […]