Andrea Carandini Presidente del FAI L’articolo 9 della Costituzione afferma che la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione, dove il paesaggio e la storia rimandano a quegli esiti significativi e olistici dell’esistenza carichi più di significato che di qualità estetica. La cultura non si limita al bello. Diffusa è l’idea che la cultura equivalga al bello e di qui il pensiero, ormai troppo fatto, della bellezza che salverà il mondo. Ma l’uomo si salva solo coltivando varie aiuole dell’orto, non una sola. Se ritorniamo ai Greci, troviamo una idea di cultura ampia che dovremmo fare nostra, quella del kalokagathos, cioè del bello unito al buono. Essa comprende corpi e spiriti eccellenti, istituzioni, costumi e leggi da preferire, le cose che rifulgono, insomma tutto ciò che s’impone nel continuum tra “significato” storico e “rappresentazione” estetica. Quanto lontano da questa idea di cultura è l’uomo d’oggi, unilateralmente disciplinare e maniacalmente economico, la cui umanità a brandelli invoca una rilegatura. https://www.youtube.com/watch?list=PLvBRQ5pNE7_hql5QeKlEg3urWMOD264Qb&v=nKSZ4fvCIXA Da un punto di vista filosofico, il bene è il campo in cui fioriscono le idee morali e politiche che servono a governare la vita individuale, di gruppo e di comunità. I valori primi possono essere considerati singolarmente – pace, libertà, felicità, giustizia, amore, creatività – e nel loro confluire in quei paesaggi e sistemi d’idee che sono le civiltà. Riguardano temi sui quali i pensatori s’interrogano da millenni e che portano ogni giorno ciascuno di noi, anche se non ce ne accorgiamo, alla fortuna o alla rovina. Ecco perché è importante imparare, fin sui banchi di scuola, come essere curiosi di sé ma anche di amici, rivali e nemici, perché frammenti di verità si trovano anche nelle tasche altrui e i frammenti nella nostra tasca non bastano. […]