Trivelle, anche astenersi è l’espressione di un «dovere civico»

 

Il Messaggero 12 aprile 2016

Il Messaggero 12 aprile 2016

Le svariate ragioni che vengono portate a favore dell’astensionismo hanno strumentalmente omesso di considerare che nel diritto di libertà c’è soprattutto quello di votare “NO” anche riguardo ad un quesito che si ritenga espresso in modo chiaro o sbagliato.

Esercitare lo stesso presunto diritto di libertà per contribuire deliberatamente al fallimento del referendum (o per far vincere una forza politica grazie ad una astensione che non consente di raggiungere nemmeno il 50% dei votanti) significa non riconoscere strumentalmente il “dovere civico” qualificato dalla Costituzione e tradire le stesse regole che sono alla base della nostra democrazia.

Non si tengono in conto per di più i soldi che in tal modo si buttano via per tenere un referendum che non raggiunge il quorum, violando il diritto di libertà di tutti gli italiani che hanno esercitato il proprio “dovere civico” di sapere se c’è stata la vittoria “democratica” dei SÌ o dei NO.

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