È una denuncia a tutto campo quella partita oggi dalla sede di FederPetroli Italia, con il suo presidente Michele Marsiglia che esce allo scoperto su alcune punti definiti «non chiari» delle politiche energetiche nazionali di questi ultimi anni. La maxi-inchiesta della Procura di Potenza che ha portato alle dimissioni – nonostante non sia al momento sotto indagine – l’ormai ex ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, solleva ampi dubbi sulla trasparenza del settore petrolifero italiano, difeso a spada tratta dall’esecutivo a guida renziana in vista del prossimo referendum del 17 aprile. Al cuore dell’inchiesta c’è il territorio lucano, dove hanno sede sia il Centro oli di Viggiano, sia il progetto Tempa Rossa. Per il primo, come ricorda l’Ansa, l’indagine (iniziata nel 2013) ipotizza “gravi reati ambientali causati dal management dell’Eni”, in particolare un illecito smaltimento di rifiuti collegati all’attività petrolifera e di sforamenti circa l’immissione di agenti inquinanti in atmosfera. Per quanto riguarda invece Tempa Rossa, l’inchiesta che ha finito per indurre il ministro Guidi alle dimissioni, ha messo nel mirino l’emendamento 2.9818 alla legge di Stabilità 2015, emendamento che – come riassume il Corriere della Sera «avrebbe avuto un obiettivo: da una parte creare un vantaggio alla Total, per velocizzare il “progetto Tempa Rossa”, dall’altra far entrare nella “bidder list” del colosso petrolifero Gianluca Gemelli, compagno del dimissionario ministro Federica Guidi, che così avrebbe ottenuto sub-appalti milionari». Scenari che suggeriscono l’esistenza di una grave opacità nel settore petrolifero italiano, un muro di gomma a quanto pare difficile da sfondare anche dall’interno. «Quando con FederPetroli Italia qualche anno fa lanciammo l’iniziativa ‘Operazione Trasparenza’ – dichiara oggi il presidente della federazione Michele Marsiglia – per far capire ai cittadini, alle comunità locali, alle pubbliche amministrazioni ed alla politica il funzionamento dell’indotto petrolifero italiano fummo bloccati, denigrati e quant’altro fino a […]