L’impatto ambientale del disastro nucleare di Fukushima in Giappone, di cui fra pochi giorni ricorre il quinto anniversario, avrà conseguenze su foreste e fiumi che dureranno decenni, se non secoli.
L’allarme arriva da un rapporto di Greenpeace Giappone, pubblicato oggi, secondo il quale scienziati hanno rilevato i primi segni di mutazioni ereditarie e di alterazioni nel Dna di diverse forme di vita nelle foreste, dagli alberi alle farfalle.
L’associazione sottolinea che da studi scientifici – indipendenti e condotti da specialisti di Greenpeace – emergono le prime evidenze dei profondi impatti ambientali del disastro nucleare.
Tra queste le elevate concentrazioni di radiazioni in nuove foglie e nel polline, l’apparente aumento di mutazioni nella crescita degli abeti con l’aumentare dei livelli di radiazione, e ancora mutazioni ereditarie in alcune popolazioni di farfalle e vermi con Dna danneggiato in zone altamente contaminate.
Rilevata anche la contaminazione da cesio in pesci d’acqua dolce importanti dal punto vista commerciale. Greenpeace Giappone ha da poco lanciato anche un’indagine sulla contaminazione radioattiva delle acque dell’Oceano Pacifico lungo le coste in un raggio di 20 chilometri dalla centrale nucleare.
(ANSA del 4 marzo 2016, ore 15:58)