Piano di lottizzazione a ridosso del Centro Olio di Viggiano

 

Località Cembrina

una proposta non compatibile in un’area da ritenersi industrialmente già satura

La Regione Basilicata sembra essere l’emblema di un territorio che non riesce a trovare quell’indispensabile equilibrio tra la salvaguardia delle non rinnovabili ricchezze naturali e le attività industriali.

Quando si invoca il rispetto dell’ambiente e del paesaggio, si è portati a pensare che si voglia imbalsamare il nostro territorio senza comprendere la necessità e il dovere di accompagnare la sua trasformazione al rispetto di regole e di principi legati necessariamente alla sostenibilità.

Per nulla sostenibile sembra la proposta di lottizzazione a ridosso del Centro Olio dell’Eni a Viggiano, in località “Cembrina”, nelle immediate vicinanze dell’Area Industriale dell’Alta Val d’Agri, del Consorzio per lo Sviluppo Industriale della Provincia di Potenza, fino al limite rappresentato dalla strada ivi esistente di collegamento con la fondovalle dell’Agri così come individuato nell’elaborato “Stralci planimetrici” della Variante al Piano Regolatore Generale approvata con D.P.G.R. n. 480 del 05/11/1998.

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Una lottizzazione avanzata in un’area sottoposta a vincolo idrogeologico, ai sensi dell’art. 7 del R.D. n.3267/23 e dell’art. 4 della L.R. n.42/98, oltre ad essere tutelata paesaggisticamente dall’art. 142 comma 1 lettera g) del D.Lgs. n. 42/2004 in quanto trattasi di consistente superficie boschiva posta in vicinanza, pur senza una diretta interferenza, con le aree della Rete Natura 2000 e del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, Val d’Agri Lagonegrese.

Un’area già fortemente compromessa da attività ad alto impatto ambientale che si sono insediate nell’Alta Val d’Agri quale valle intermontana delimitata ad ovest dai Monti della Maddalena, a sud dal Monte Sirino e dal Monte Raparo, a nord e ad est dal Monte Volturino e dal Monte di Viggiano.

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L’intervento di trasformazione viene richiesto nell’ambito della possibilità di realizzare un insediamento produttivo industriale secondo quanto previsto dal vigente strumento urbanistico del comune di Viggiano estremamente datato, risalente al 1998, e che necessiterebbe un aggiornamento per renderlo più rispondente alle attuali esigenze di tutela e quindi all’attuale scenario ambientale di riferimento.

Si tratta di un’area in prevalenza di proprietà della Rovi S.r.l. la cui proposta di lottizzazione prevede la realizzazione di n. 19 lotti su una superficie totale di oltre 11 ettari.

Proposta di lottizzazione Comune di Viggiano

Una proposta di lottizzazione che ha necessitato l’attivazione della procedura di verifica di assoggettabilità a Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.).

L’istanza, inizialmente presentata in data 24 marzo 2014 e poi archiviata dall’Ufficio Compatibilità Ambientale della Regione Basilicata con nota del 2 luglio 2014, è stata ripresentata nella medesima data dal Comune di Viggiano, in qualità di Autorità Procedente, ai sensi dell’art. 12 del D.Lgs. n. 152/2006.

Nel rapporto ambientale preliminare si leggono affermazioni che evidenziano l’invasività del tipo di intervento: “eradicazione completa della vegetazione presente che insiste sull’intera superficie interessata […] movimenti di terreno che conseguono l’estirpazione delle ceppaie”. 

Ricordiamo che la valutazione Ambientale Strategica di Piani e Programmi (VAS) è stata introdotta dalla Direttiva 2001/42/CE del Parlamento Europeo con l’obiettivo “di garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente e di contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione e dell’adozione di Piani e Programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile”.

L’autorità competente è individuata nel Comune di Viggiano ed il soggetto competente in materia ambientale è la Regione Basilicata – Ufficio Compatibilità Ambientale.

È l’autorità ambientale regionale a ritenere che non possa essere concessa l’esclusione del progetto di lottizzazione dalla VAS.

Con Determina del 29 maggio 2015 evidenzia che la proposta di piano deve essere supportata da una più approfondita analisi delle criticità evidenziate e non adeguatamente affrontate nella documentazione presentata.

Si evidenzia il non aver approfondito gli effetti cumulativi della proposta di piano con la limitrofa area industriale che ricordiamo essere già interessata da un’attività a rischio di incidente rilavante come il COVA di Viggiano, sottoposto alla stringete Direttiva Seveso.

Si ricorda inoltre l’approfondimento degli effetti ambientali legati al taglio di una consistente superficie boschiva.

L’Ufficio compatibilità ambientale esprime parere di assoggettabilità alla procedura di VAS del Piano di lottizzazione, in località Cembrina del Comune di Viggiano, perché non possono essere esclusi impatti significativi sull’ambiente ed i principali effetti compatibili con le esigenze di tutela igienico-sanitaria e di salvaguardia dell’ambiente.

Aspetti ambientali rilevanti che possono essere condotti solo attraverso la completa attuazione della VAS.

Ad oggi non risulta sia stata presentata alcuna istanza di assoggettabilità a VAS, bensì risulterebbe avviata una procedura di autorizzazione paesaggistica, ai sensi dell’art. 146 del D.Lgs. n. 42/2004.

Un’autorizzazione che si spera non venga concessa per evitare che un’area già fortemente provata dalla presenza del COVA di Viggiano, non venga ulteriormente industrializzata più di quanto già non lo sia a discapito di quegli elementi di naturalità che andrebbero preservati e non ulteriormente estirpati.

Infatti, ricordiamo che la necessità di tutela un territorio, ancor più se vincolato come nel caso in esame, non viene meno se vi sono già state significative attività antropiche che ne hanno penalizzato la configurazione iniziale.

La circostanza che una zona sia prevalentemente urbanizzata, o addirittura già paesisticamente degradata, non fa venire meno l’esigenza di evitare che una zona soggetta per legge a vincolo sia preservata da ulteriori interventi deturpativi (cfr. pronuncia del Consiglio di Stato, Sez. VI, 4 febbraio 2002, n. 657).

Salvaguardare e preservare l’attuale area boschiva, interessata dalla proposta di lottizzazione privata, consentirebbe di non calpestare ciò che risulta tutelato dalla normativa vigente e preserverebbe quell’importante elemento tampone utile nel mitigare, sia pur solo parzialmente, i rilevanti impatti ambientali delle attività industriali, ivi presenti, come il Centro Olio Val d’Agri dell’ENI che con l’occupazione di 18 ettari, già destinati ad un’attività sottoposta alla Direttiva Seveso, non dovrebbe consentire l’introduzione di ulteriori attività antropiche in un’area già satura oltre misura.

Un’area che non potrebbe permettersi ulteriori fonti di inquinamento oltre a quelle già presenti e rappresentate da biossido di zolfo (SO2), ozono (O), monossido di carbonio (CO), monossido di azoto (NO), biossido di azoto (NO2), ossidi di azoto (NO), particolato atmosferico (PM10, PM2.5), idrogeno solforato (H2S), idrocarburi non metanici (NMHC), idrocarburi totali (THC), Composti Organici Volatili (COV), composti odorigeni solforati – mercaptani.

Un sistema di monitoraggio della qualità dell’aria, attuato mediante cinque centraline fisse, che dovrebbe dare l’idea di quanto l’aria in questione non potrebbe essere ulteriormente interessata da emissioni di inquinanti in atmosfera che si andrebbero ad aggiungere, con azioni additive e sinergiche, agli inquinanti già presenti.

8 marzo 2016

Donato Cancellara

Associazione Intercomunale Lucania

Associazione VAS per il Vulture Alto Bradano

 

 

 

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