15 febbraio 2016 Comunicato stampa – La Via Campesina, ETC e GRAIN (traduzione di Antonio Lupo) Più di 100 organizzazioni della società civile lanciano l’allarme sull’incontro FAO sulle biotecnologie (Roma, Lunedi 15 febbraio 2016) proprio mentre si sta verificando la fusione delle aziende biotech che fanno sementi transgeniche, una visione aziendale delle biotecnologie si sta manifestando nella FAO. In apertura, oggi, del Simposio internazionale di tre giorni sulle biotecnologie agricole convocata dall’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni Unite (FAO) a Roma, più di 100 movimenti sociali e organizzazioni della società civile (CSO) provenienti da quattro continenti hanno rilasciato una dichiarazione, denunciando sia la sostanza che la struttura della riunione, che sembra essere un altro tentativo da parte di agribusiness multinazionale per reindirizzare le politiche dell’agenzia delle Nazioni Unite verso il sostegno alle colture geneticamente modificate e agli allevamenti . Il movimento contadino e gli agricoltori familiari, La Via Campesina, hanno invitato le organizzazioni della società civile a firmare una lettera dopo che l’ordine del giorno del simposio è diventato pubblico. Due degli oratori FAO keynioti sono noti sostenitori degli OGM, e l’agenda degli eventi nel corso dei tre giorni include portavoci della Biotechnology Industry Organization (un gruppo commerciale biotech negli Stati Uniti), Crop Life International (l’associazione di categoria agrochimica globale), DuPont (una delle più grandi aziende produttrici di sementi biotech al mondo) e CEVA (un’importante società di medicina veterinaria), tra gli altri. La FAO ha invitato solo un relatore apertamente critico verso gli OGM. Peggio ancora, uno dei due relatori della sessione di apertura è un ex assistente direttore generale della FAO, che ha spinto per i cosiddetti semi Terminator (semi OGM programmati per morire al momento del raccolto costringendo gli agricoltori ad acquistare nuovi semi ogni stagione di crescita), in opposizione alle stesse dichiarazioni pubbliche della FAO. […]