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Comunicato stampa
14 febbraio 2016
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All’indomani dell’approvazione di alcuni emendamenti al Ddl Collegato alla Legge Regionale di Bilancio 2016-2018, giungono diverse domande sulla questione rifiuti in Basilicata.
Ad esempio: qual è l’iter legislativo al di là delle specifiche considerazioni politiche?
La Regione ed i Comuni cosa devono fare nel quadro normativo vigente?
Domande legittime alle quali, come Associazione e Comitato, cerchiamo di offrire il nostro contributo per rispondere e sensibilizzare sul delicato ed annoso tema riportando la questione nel solco della difesa del territorio che tende ad essere in vaso dalla propaganda politica.
Occorre innanzitutto ricordare che la Regione Basilicata già dispone di un Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti (P.R.G.R.), purtroppo, estremamente datato e con discutibili misure di salvaguardia ambientale del territorio lucano.
Si tratta del P.R.G.R. approvato con la Legge Regionale n. 6 del 2 febbraio 2001 “Disciplina delle attività di gestione dei rifiuti ed approvazione del relativo piano” e successivamente modificato con la Legge Regionale n. 15 del 7 maggio 2003 “Modifica ed integrazione al Piano Regionale di Gestione Rifiuti approvato con la Legge Regionale 2 febbraio 2001, n. 6”.
In attesa di visionare la proposta del “nuovo” Piano rifiuti.
Al momento si sta discutendo di un aggiornamento al Piano regionale di gestione dei rifiuti al fine di prevedere un’impiantistica strettamente necessaria, almeno si spera, alle esigenze della nostra Regione e nell’ottica della tanto sospirata “strategia rifiuti zero”.
Attualmente abbiamo (o meglio hanno) tra le mani, una semplice adozione della proposta di aggiornamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti, diversamente da quanto si legge in un emendamento recentemente approvato in Consiglio regionale, nel Ddl Collegato alla Legge Regionale di Bilancio 2016-2018, in cui si parla di Piano adottato dalla Giunta regionale.
Una proposta che siamo ansiosi di visionare e che invitiamo a rendere pubblica inviandola a tutti i Comune della Regione Basilicata in nome della trasparenza e della leale collaborazione con tutti gli Enti locali.
L’iter prevede che la documentazione relativa all’aggiornamento del Piano, si tratterà quindi di giungere all’approvazione del “nuovo” Piano Regione di Gestione dei Rifiuti, venga resa pubblica al fine di avviare una procedura amministrativa che si chiama V.A.S. (Valutazione Ambientale Strategica).
Senza scendere nei dettagli e nei tecnicismi che annoierebbero chi ci legge, è possibile dire che la procedura prevede un prefissato periodo di consultazione pubblica in cui poter studiare ed analizzare la proposta di aggiornamento del Piano.
Tutti i portatori di interessi, dal singolo cittadino alle Associazione/Comitati, ai Comuni ecc… potranno far pervenire le loro osservazioni così come previsto dal Codice dell’Ambiente (il tanto decantato D.Lgs. n. 152/2006).
Occorrerà che ci siano dibattici pubblici, conferenze pubbliche per il coinvolgimento, dal basso, di tutte le realtà territoriali interessate dal “nuovo” Piano.
La partecipazione dal basso prima di arrivare al “nuovo” Piano rifiuti
Auspichiamo il rispetto della Convenzione di Aarhus del 25 giugno 1998, ratificata in Italia con legge n. 108/01, che all’art. 6 stabilisce, con disposizione immediatamente precettiva, che ogni decisione relativa ad una serie di attività suscettibili di produrre effetti pregiudizievoli sull’ambiente sia preceduta nella fase iniziale del processo decisionale da un’informazione adeguata, tempestiva ed efficace del pubblico interessato.
Per “pubblico interessato”, secondo le definizioni della convenzione, si intende il pubblico che subisce o può subire gli effetti dei processi decisionali in materia ambientale o che ha un interesse da far valere al riguardo.
Auspichiamo che l’efficacia delle modalità di informazione non si esauriscano nel giro di pochi mesi tali da far divenire il Piano, nella sostanza, uno strumento calato dell’alto e non condiviso con tutte le realtà territoriali.
Tutte le osservazioni che perverranno all’Autorità regionale competente, saranno analizzate per un loro possibile recepimento ed eventuale modifica della proposta dell’aggiornamento al Piano, oggetto di consultazione, al fine di approdare al definitivo aggiornamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti.
Questo aggiornamento al Piano, non più proposta, dovrà essere adottato dalla Giunta Regionale.
Anche nel periodo successivo all’adozione del “nuovo” P.R.G.R. potranno essere presentate osservazioni, questa volta non più sulla base della proposta bensì del Piano che ha eventualmente recepito le osservazioni, durante il procedimento di V.A.S., con possibili modifiche.
Nel periodo di adozione non viene meno la vigenza del precedente Piano che cesserà di avere efficacia solo con l’approvazione definitiva del “nuovo” Piano.
In questa fase transitoria dovranno esserci della Norme Tecniche di Attuazione (NTA) per disciplinare la fase di transizione.
Dopo l’adozione ci dovrà essere l’approvazione del “nuovo” Piano che manderà definitivamente a casa il precedente dopo ben 15 anni.
Un periodo lungo, così lungo da rendere emblematica la risposta che venne data, il 30 settembre 2015, dal sottosegretario all’Ambiente rispondendo ad una interrogazione a risposta immediata, presentata in VIII Commissione ambiente della Camera dei Deputati dagli Onn. Casteillo e Latronico (n. 5/06516), in cui si precisa che “la Regione Basilicata ha un Piano di gestione dei rifiuti che risale al 2001, quindi chiaramente datato […] agli inizi del settembre 2015 la competente Direzione generale per i rifiuti e l’Inquinamento ha convocato alcune riunioni con tutte le Regioni per il caso delle discariche abusive e, con l’occasione, si sono chiesti aggiornamenti relativi all’aggiornamento dei Piani. La regione Basilicata, convocata, per il 1° settembre, non si è presentata. Pertanto con apposita nota già in firma al Direttore, si è provveduto a richiedere una relazione dettagliata sullo stato di avanzamento del processo di aggiornamento del piano e sul rispetto dei tempi già comunicati. In caso di inadempimento, si procederà a far uso dei poteri sostitutivi previsti dal comma 9 dell’articolo 199 del decreto legislativo n. 152 del 2006”.
Non perdere di vista i singoli progetti
Ovviamente, come già precisato in altre occasioni, la V.A.S. è uno strumento di pianificazione indubbiamente importante, nonché fondamentale, per una gestione razionale dell’impiantistica strettamente necessaria alle esigenze regionali, ma riteniamo che non si dovrebbe avere un atteggiamento di appiattimento sulla questione P.R.G.R. perdendo di vista gli iter autorizzativi, tutt’ora pendenti, riguardanti i ciclopici progetti industriali della ENER Compost S.r.l., dell’Alphabio S.r.l., della Biomethane Plus S.r.l. per i quali è stata presentata istanza di Valutazione d’Impatto Ambientale (V.I.A.) ed Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.).
Progetti rispetto ai quali non bisognerebbe dare per scontato il giudizio positivo di compatibilità ambientale e il rilascio dell’autorizzazione, tutt’altro.
Infatti, con la Delibera n. 1 del 22 gennaio 2016, l’Area Programma del Vulture – Alto Bradano, dietro nostra sollecitudine, ha illustrato in premessa alcune delle motivazioni che potrebbero portare l’Ufficio regionale di Compatibilità ambientale ad esprimere un giudizio negativo di compatibilità ambientale e fornire il diniego al rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale.
Progetti il cui iter amministrativo verrebbe sospeso a partire dall’entrata in vigore del collegato alla Legge Regionale di Bilancio 2016-2018 e non oltre il 30 giugno 2016.
Una risicata sospensione politica e non amministrativa che non ci rende affatto tranquilli, per la sua palese “forzatura”, sia pure nel tentativo di offrire una momentanea “tregua” rispetto alla quale non vediamo nulla che dovrebbe essere elogiato.
Non ci rassicura affatto l’assegnazione dei lotti nell’area di San Nicola di Melfi, da parte del Consorzio ASI di Potenza, alle società proponenti impianti di trattamento rifiuti della ENER Compost S.r.l., dell’Alphabio S.r.l., della Biomethane Plus S.r.l. e senza dimenticare la CR Siderbeton S.r.l.; ci solleva, invece, sapere di un ricorso al T.A.R. Basilicata da parte della Barilla Alimentare S.p.A. contro il Consorzio ASI di Potenza; non ci rasserena la mancata costituzione, ad adiuvandum, dei Comuni territorialmente interessati, nel ricorso presentato dalla Barilla Alimentare S.p.A.; non ci rassicura il mancato invio del parere negativo, in merito al procedimento di V.I.A., con riferimento al progetto della ENER Compost S.r.l. e dell’Alphabio S.r.l., da parte dei Comuni ed Enti territorialmente interessati nonostante l’art. 8 comma 2 della L.R. n.47/1998 “Disciplina della Valutazione di Impatto ambientale e norme per la tutela dell’ambiente” prevede che “entro il termine perentorio di 60 giorni le Amministrazioni Provinciali e Comunali trasmettono il loro parere sull’opera proposta all’Ufficio Regionale Competente. Trascorso tale termine il parere si intende espresso positivamente”, proprio quel termine già scaduto per i due citati progetti; non ci rassicura che una società come l’Alphabio S.r.l. (inattiva, in base alle informazioni riportate nella visura camerale) sia stata ammessa al finanziamento di 6.8 milioni di euro di contributo pubblico in base al bando regionale P.I.A. – Piani di Sviluppo Industriali attraverso Pacchetti Integrati di Agevolazione della Regione Basilicata – D.G.R. n. 577 del 29 aprile 2015.
Non ci rassicura sapere che, in merito all’impianto della ENER Compost S.r.l., l’Azienda Sanitaria di Potenza – Dipartimento di Prevenzione Collettiva della Salute Umana, ha già trasmesso parere favorevole nonostante le tante ripercussioni che tale impiantistica avrebbe sulla salute dei cittadini così come illustrateci, recentemente, dal Dott. Ferdinando Laghi dell’Associazione medici per l’ambiente (Isde) nella sala consigliere del Comune di Melfi.
Non ci rassicura sapere che un altro impianto di trattamento rifiuti della CR Siderbeton S.r.l., previsto nell’area di San Nicola di Melfi con un flusso in ingresso di rifiuti di 20.000 tonnellate annue, sia già stato autorizzato dalla Provincia di Potenza il 5.11.2014 grazie al parere favorevole di esclusione dalla V.I.A. dell’Ufficio Compatibilità Ambientale della Regione Basilicata oltre che ai pareri favorevoli espressi dall’ARPAB, dall’ASP e dal Comune di Melfi nella Conferenza di Servizi del 25.06.2014.
Tanto altro non ci rassicurava e continua a non rassicurarci, ma da parte nostra c’era e continuerà ad esserci un’attenzione molto alta continuando ad offrire il nostro gratuito supporto a coloro i quali vedono nelle Associazioni e Comitati una risorsa non strumentale e non strumentalizzabile e che non si fa addomesticare per elogiare quella politica che, tra l’altro, è stata causa del pluriennale ritardo nell’aggiornamento al Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti.
Donato Cancellara, Maurizio Tritto, Nicola Abbiuso