Da il libro “Alla ricerca di un nuovo umanesimo“, edizioni “La Citta del Sole” (2015), di Antonio D’Acunto.
“La filosofia dei beni comuni deve partire da questo postulato: non si può sottrarre più nulla alla vita naturale del Pianeta, e anzi occorre attivare intensi processi per restituire progressivamente alla naturalità significativa parte di ciò che è stato sottratto.
Innumerevoli sono gli spazi e gli alberi, i fiori e gli esseri, minuscoli e grandi, a cui la nuova primavera non potrà dare vita, splendore, luci e colori, perché scomparsi in tale orizzonte. Sono nuovi spazi, alberi, fiori ed esseri che si aggiungono a quelli negati alla primavera dell’anno scorso, a loro volta aggiunti a quelli negati alle passate primavere, che la nuova primavera non troverà più, mai più. Troveremo sempre più spesso solo “cespugli”, cespugli progressivamente residuali di più vasti cespugli, piccole memorie che ci raccontano del paradiso cancellato, ovvero della cancellazione dei beni comuni del Pianeta. Una progressione crescente di immoralità nella morale della natura: è immorale secondo natura ogni crescita che fa decrescere la vita del Pianeta, il Pianeta dei Beni Comuni.”
IL LIBRO DI ANTONIO D’ACUNTO E’ ORA DISPONIBILE E CHI E’ INTERESSATO PUO’ SUBITO PRENOTARNE UNA O PIU’ COPIE, PER FARE A SE STESSO/A O AGLI AMICI/CHE UN BELLISSIMO REGALO. CONTATTARE: locoteta@tin.it