ROMA – “Con la presentazione di tre emendamenti alla Legge di Stabilità 2016, il governo fa un importante passo indietro e ammette di aver sacrificato sinora lo sviluppo sostenibile del Paese agli interessi dei petrolieri“. Lo affermano in una nota congiunta le associazioni ambientaliste Fai, Greenpeace, Legambiente, Marevivo, Touring Club Italiano e Wwf, che chiedono l’approvazione degli emendamenti “con le ultime correzioni necessarie“. Il dietrofront del governo, dicono le associazioni, “dimostra quanto improvvisate e strumentali fossero le norme pro-petrolieri, che hanno messo a rischio l’ambiente marino e le economie del mare pur di andare a sfruttare giacimenti che non risolvono i nostri problemi energetici“, visto che “coprirebbero il fabbisogno nazionale solo per 7 settimane“. “Ora, dopo gli impegni assunti a Parigi, ci auguriamo che il governo butti nel cestino la Strategia Energetica Nazionale, pro-fossili, prendendo la strada maestra di un Piano per il clima e l’energia che punti alla decarbonizzazione dell’economia“. A parere degli ambientalisti, gli emendamenti non accolgono pienamente quanto chiesto dalle Regioni, perché prevedono la cancellazione del Piano delle aree dove svolgere le attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi. Ciò – sottolineano – non consente di fatto lo svolgimento della Valutazione Ambientale Strategica sul disegno complessivo di governo e petrolieri ma rimanda all’esame caso per caso. Gli emendamenti, inoltre, mantengono il periodo di 6 anni per le attività di ricerca derivanti dal titolo concessorio unico. (ANSA del 14 dicembre 2015, ore 16:23)