Una conferenza in un padiglione della Cop21 Il progetto di accordo conclusivo sul clima non sarà presentato stasera, come annunciato ieri, ma domani mattina. Lo ha detto il presidente della COP21, Laurent Fabius, parlando a BFM TV. “Presenterò il testo domattina presto – ha detto il ministro degli Esteri francese – potremo prendere una decisione (l’adozione del testo, ndr) a metà giornata“. “Preferiamo darci il tempo di consultare le delegazioni per tutta la giornata di oggi“, ha spiegato Fabius, assicurando che comunque “le cose vanno nel verso giusto“. IL PUNTO È arrivata nella serata di ieri la seconda versione della bozza di accordo della Conferenza Onu per il Clima, con un paio di pagine in meno (27 rispetto alle 29 della prima versione) e qualche compromesso in più. Ma ancora nessuna soluzione definitiva sui tre temi critici: “differenziazione, finanziamenti, ambizione“. C’è invece un’intesa sull’Articolo 2, quello che fissa la soglia di aumento della temperatura rispetto all’età pre-industriale: una formulazione intermedia, che parla di restare “ben al di sotto dei 2 gradi“, ma sforzandosi di restare anche sotto quota 1,5, per ridurre “rischi e impatti del cambiamento climatico“. Fissata anche al 2023 la data della prima revisione degli impegni nazionali. Restano invece tante parentesi, per esempio, sulla definizione del finanziamento climatico, e due opzioni aperte sul sistema di ‘loss and damages’, ovvero le compensazioni per i danni irreversibili e le migrazioni forzate. In un colloquio telefonico i presidenti Barack Obama e Francois Hollande hanno ribadito di volere un accordo “ambizioso e duraturo” al termine dei lavoro. Intorno alla Conferenza cresce la pressione perché si arrivi a un’intesa significativa. Per tutta la giornata, le Ong hanno moltiplicato i loro appelli all’ambizione e al riconoscimento dei bisogni dei Paesi più vulnerabili. “Non bisogna accontentarsi del minimo comune denominatore pur di poter dire […]