Nessuno vuole più le Olimpiadi. Data la crescita esponenziale delle spese rispetto al budget previsto – basti pensare a Londra 2012, che ha vinto l’assegnazione con un progetto di spesa di meno di 3 miliardi di sterline e ha finito per spenderne più di 12 – e il fuggi fuggi generale delle città candidate, il Cio aveva deciso con la promulgazione della Olympic Agenda 2020 di imporre Giochi low cost. Ma non è bastato, e in vista dell’assegnazione dei giochi del 2024, la scelta definitiva nel settembre 2017, ieri anche Amburgo ha detto no. O meglio, hanno detto no i cittadini che hanno votato a maggioranza al referendum per respingere la proposta di candidatura. Restano in corsa quindi solo Budapest, Parigi, Los Angeles e Roma, dove il Comitato Promotore presieduto da Luca Montezemolo, che può contare su un budget di una decina di milioni circa, continua a creare sotto-comitati: da ultimo quello dei garanti per la trasparenza e la legalità. Dati i luoghi dove si vorrebbe costruire per Roma 2024, e i precedenti delle Olimpiadi invernali di Torino 2006 e dei Mondiali di Nuoto di Roma 2009, avrà molto da lavorare. Esclusa Budapest, per la deriva autoritaria presa dall’Ungheria, le alternative a Roma rimangono quindi Parigi (che si è vista sfilare in modo assai sospetto quelle del 2012, e i cui recenti attentati suggerirebbero una compensazione, come Tokyo 2020 dopo il disastro di Fukushima) e Los Angeles, dove gioca il potentissimo player Casey Wasserman che ha ramificazioni a Hollywood e nel marketing sportivo. Los Angeles è candidatura dell’ultimo minuto, dopo che la prescelta dal comitato olimpico statunitense, ovvero Boston, si è ritirata, come ha fatto quest’estate Toronto. E come ha fatto ieri Amburgo, infliggendo una pesantissima batosta allo stesso capo del Cio, il tedesco Thomas Bach, dove tra inchieste […]