Dopo due anni di lotta sembrava tutto perduto. I lavori per chiudere le Logge dei Tiratori di Gubbio, con enormi pannelli di vetro e acciaio secondo i progetti presentati dal proprietario, con il nuovo anno sembravano ormai prossimi all’inizio. Ma una lettera dal Quirinale, alla vigilia di Natale, ora sembra aver rimesso tutto in dubbio. Tutto in moto. Procediamo con ordine. È l’ottobre 2013 quando a Gubbio si costituisce un Comitato cittadino a cui aderiscono fin da subito le associazioni Italia Nostra e Terra Mater. L’obiettivo è quello di ribellarsi alla riduzione a ennesimo centro servizi — di fatto una sala congressi, il salotto buono della Fondazione — di uno storico monumento che avrebbe dovuto restare pubblico: le Logge dei Tiratori della Lana, rarissimo opificio preindustriale, sistema basamentale dello straordinario paesaggio urbano della città. Le Logge sono state costruite sotto la spinta dell’Arte della Lana nel 1603 sopra il lungo edificio dello Spedal Grande, eretto nel 1323, pensate come spazio aperto per “tirare” i panni e farli asciugare dopo averli tinti. Oggi il monumento, biglietto da visita della città, è di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio, alla cui presidenza siede il cavaliere Carlo Colaiacovo, proprietario del più grande cementificio cittadino, la Colacem. La procedura che intende snaturale e che — ove mai andasse in porto — passerà alla storia come “vetrificazione delle Logge”, segue un iter veramente curioso. È la commissaria straordinaria Maria Luisa D’Alessando, moglie di Gianlorenzo Fiore, membro della Fondazione Cassa di Risparmio, a dare il primo placet del Comune a un’operazione che la stampa definisce «dal sapore bancario», che serve a quintuplicare il valore dell’immobile. La proposta di trasformazione riguarda una porzione significativa dell’intero complesso edilizio, in particolare del loggiato superiore. L’intervento deturpante e impattante che si preannuncia è la sua chiusura con enormi pannelli di vetro. Anche al primo piano è prevista la ridistribuzione di tutte le superfici, con cambi di destinazione d’uso. […]