Centrali idroelettriche, una questione di interesse anche per la Basilicata

 

Fiume Piave a Ponte nelle Alpi.

Fiume Piave che costeggia il Comune di Ponte nelle Alpi (BL)

La difesa dei beni comuni da parte delle Istituzioni non è sempre un’utopia.

Non sempre occorre che siano i cittadini a dover sensibilizzare le Istituzioni nella difesa del Territorio.

È il caso di Ponte nelle Alpi, un Comune in provincia di Belluno, dove si vorrebbe realizzare una centrale idroelettrica sul fiume Piave.

Centrale idroelettrica Ponte nelle Valli.

Progetto della centrale idroelettrica

È utile soffermasi sul caso bellunese perché l’idroelettrico potrebbe riguardare ampiamente anche la Regione Basilicata come già avvenuto per la centrale sul Torrente Fiumicello, in agro del Comune di Maratea, suscitando non poche perplessità.

Il Sindaco Paolo Vendramini e l’Assessore all’ambiente Ezio Orzes, nei gironi scorsi, hanno affermato: “Non abbiamo intenzione di farci illustrare il progetto dai proponenti, dato che su questo abbiamo già prodotto delle osservazioni puntuali che mettono in evidenza l’insostenibilità ambientale, tecnica e progettuale della richiesta in esame”.

Paolo Vendramini.00

Paolo Vendramini

Molto spesso si assiste a chi ritiene sia utile il confronto, la discussione, l’interlocuzione, il sedersi allo stesso tavolo per confrontarsi.

Un atteggiamento da noi sempre rifiutato nel caso della centrale termodinamica, sconsideratamente prevista alla porte del Comune di Palazzo San Gervasio, perché non abbiamo mai gradito condividere nulla con chi manca di rispetto arrogandosi il diritto di proporre discutibili idee di sviluppo e millantando consistenti benefici per il territorio.

Il nostro atteggiamento trova conferma nella linea adottata, recentemente, dal Comune di Ponte nelle Alpi che ha categoricamente rifiutato qualunque incontro con la società proponente la centrale idroelettrica considerata un vera aggressione al loro territorio oltre che irrispettosa per l’intera Comunità da loro rappresentata.

Il Sindaco e l’Assessore, in rappresentanza dell’Amministrazione comunale, hanno abbandonato l’aula condannando pubblicamente il tentativo di speculazione sui beni comuni.

L’Assessore ha evidenziato, con riferimento a tanti mega impianti industriali alimentati da fonte rinnovabile, che c’è in atto una speculazione sul nostro territorio favorita da una super incentivazione statale che porta società d’affari a voler investire calpestando ciò che è patrimonio della collettività.

Ezio Orzes

Ezio Orzes

L’Assessore ha affermato che l’amministrazione comunale non è disponibile a sprecare il proprio territorio e i soldi pubblici, elargiti tramite folli incentivazioni statali, favorendo progetti speculativi con la ferrea volontà di decidere sul territorio che si è chiamati ad amministrare.

Il Sindaco e l’Assessore all’ambiente hanno rifiutato qualunque interlocuzione affermando: “Non staremo qui ad assistere alla presentazione tecnica e formale del progetto perché è mancato il rispetto da parte dei proponenti che si sono permessi di presentare una proposta con un elevato impatto ambientale sul territorio del nostro Comune”. 

Un progetto che presenta varie incompatibilità, dall’interferenza con una fascia di rispetto interessata da un vincolo di inedificabilità all’interferenza con il ponte sul Piave quale opera storica da valorizzare per il suo forte valore identificativo di un territorio.

Tante le criticità ambientali e paesaggistiche che i proponenti ignorano cercando, probabilmente, di banalizzarle.

Inoltre, l’Amministrazione comunale ha affermato che: “in assenza di una pianificazione regionale, a nostro avviso, non è possibile rilasciare alcuna concessione, né sulla Piave né su altri corsi d’acqua della provincia”. 

Si riporta il link del video di pochi minuti che invitiamo a guardare prestando attenzione a quanto pronunciato dal Sindaco e dall’Assessore che non si fanno abbindolare da progetti di sviluppo locale, ma pensano unicamente alla salvaguardia del territorio da dover preservare anche per le generazioni future. (cfr. https://www.youtube.com/watch?v=4B9UpRtbIOU). 

L’ammirevole azione del Comune è affiancata da chi sostiene “Adesso basta centrali” che rappresenta lo slogan caratterizzante una campagna di mobilitazione permanente del Comitato Acqua Bene Comune.

 Adesso basta centrali.

In questa forte azione di contrasto è stata avanzata, da parte del Comune, una richiesta di moratoria, da inviare agli enti competenti, su tutte le richieste di concessione pendenti in Regione che riguardano la provincia di Belluno chiedendo a tutti i sindaci di sottoscriverla perché, conclude Orzes, “riteniamo sia giunto il momento di dire un basta corale a tutte le centrali in progetto sul nostro territorio”. 

Quello delle centrali idroelettriche è un problema che potrebbe interessare anche la Regione Basilicata che nella seduta consiliare del 6 novembre scorso ha approvato una legge riguardante la concessione di acqua pubblica ad uso idroelettrico facendo seguito alla D.G.R. n. 1305 del 7.10.2015 passata in III Commissione con parere favorevole a maggioranza (cfr. http://www.basilicatanet.it/basilicatanet/site/Basilicatanet/detail.jsp?sec=1005&otype=1120&id=2244615&value=consiglioInforma).

Una legge regionale concepita, probabilmente, per sanare precedenti mancanze, ma che continua a voler regolamentare l’uso dell’acqua pubblica per uso industriale idroelettrico pur in assenza del Piano regionale per la tutela delle acque (PRTA).

Reticolo idrografico Basilicata.00

Reticolo idrografico principale e secondario per la Regione Basilicata

Si condividono le perplessità del Comune di Ponte nelle Alpi secondo cui “in assenza di una pianificazione regionale non è possibile rilasciare alcuna concessione”.  

Anche in Basilicata, pur in assenza di pianificazione, si continua a voler governare il territorio senza condivisione con le Comunità locali.

Infatti, l’approvazione di un PTRA necessita che la Giunta Regionale approvi un documento preliminare dopo un lavoro svolto in collaborazione con le Province, le Autorità di bacino ed il supporto tecnico dell’ARPA regionale, di esperti e specialisti in collaborazione con altri settori regionali (tra cui in particolare l’agricoltura e la sanità).

Successivamente all’approvazione del Documento preliminare occorre procedere con le Conferenze di Pianificazione indette dalle Province avviando il procedimento di partecipazione, informazione, concertazione con il coinvolgimento delle Istituzioni, delle organizzazioni economiche sociali e delle associazioni ambientaliste che possono presentare osservazioni così da rispettare quei processi d’ascolto e concertazione previsti dalla Direttiva Quadro sulle Acque CE/60/2000.

Sulla base delle osservazioni, la Giunta propone al Consiglio un testo rivisto per poter procedere alla successiva fase di adozione dopo la quale avviene il deposito dell’intera documentazione presso i Comuni e le Province per sessanta giorni dalla data di pubblicazione al fine di raccogliere ulteriori osservazioni dagli enti e organismi pubblici, associazioni e singoli cittadini.

Un Piano che deve necessariamente essere inviato anche all’Autorità di Bacino per il parere vincolante per poi giungere alla sua approvazione definitiva con pubblicazione sul BURB. 

Il PRTA è un importante strumento di pianificazione territoriale e di rilevante importanza al pari del Piano paesaggistico, previsto all’art. 121 del d.lgs. n. 152/2006, attraverso il quale le Regioni individuano gli interventi volti a garantire la tutela delle risorse idriche e la sostenibilità del loro sfruttamento per il conseguimento degli obiettivi fissati dalla Direttiva europea 2000/60/CE.

Il PRTA ha lo scopo di descrivere lo stato di qualità delle acque, con riferimento al proprio territorio regionale, tramite una scrupolosa analisi conoscitiva volta a definire le misure per il raggiungimento degli obiettivi di qualità, attraverso un approccio che integri gli aspetti quantitativi della risorsa, come ad esempio il minimo deflusso vitale ed il risparmio idrico, con quelli più tipicamente di carattere qualitativo.

È il PRTA che individua tutti i corpi idrici, superficiali (fiumi, laghi, invasi, acque lagunari, acque marino-costiere) e sotterranei (falde freatiche e artesiane), al fine di assicurare il rispetto degli obiettivi ambientali comunitari imposti dalla Direttiva Quadro Acque.

In assenza del PTRA in Basilicata e di tanto altro in materia di pianificazione territoriale, si guarda con interesse al caso del Comune di Ponte nelle Alpi che dà fiducia e speranza per un governo del territorio improntato sulla difesa del beni comuni e non alla spregiudicatezza indirizzata a riempiere i conto correnti di società energivore speculative appartenenti non al mondo della Green Economy bensì a quello della Bad Economy.

 

22 novembre 2015

 

Donato Cancellara

Associazione Intercomunale Lucania

Associazione VAS per il Vulture Alto Bradano

 

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