Francesco Indovina Ma no: perché? Chi ha tutto non può chiedere a chi non ha niente: perché? Chi ha usato la fede per “civilizzare” il mondo non può chiedere a chi usa Dio contro di noi: perché? Chi fabbrica armi e poi li dà a chi uccide non può chiedere: perché? Chi ha portato la guerra, inventando menzogne, in altri paesi per puro interesse non può chiedere a chi ci porta la guerra: perché? Chi costruisce nuovi equilibri internazionale combattendo, forse, il califfato ma pensando ai propri interessi, non può chiedere alla strategia del terrore: perché? Perché, perché, perché ……………….. Tutti i possibili perché non giustificano le crudeli uccisioni; non giustificano e basta. Ma forse ci fanno capire qualcosa. Ma capire non ci libera dalla paura, dall’angoscia, dall’impotenza. Oggi piangiamo tutti assieme gli amici francesi trucidati, ma non abbiamo pianto qualche giorno fa gli amici libanesi morti in uno stesso attentato. Non abbiamo pianto i morti kurdi bombardati dalla Turchia. Non abbiamo pianto … La nostra solidarietà, il nostro rispetto della vita non è generalizzato. Di fatto distingue, e questo non ci aiuta ad essere liberi, né a capire. Siamo orgogliosi della nostra civiltà, della nostra libertà, della nostra convivenza, dei nostri diritti; ma questa civiltà che ci pare attaccata e che vogliamo difendere è il risultato di misfatti, di orrori, di genocidi. E con il lavoro sulle nostre coscienze, utilizzando la nostra intelligenza, riflettendo su noi e gli altri, che, forse, ci siamo liberati da quegli orrori perpetrati fino ad ieri (il secolo scorso è stato il tempo di una carneficina continua), costruendo un non mai raggiunto livello alto di civiltà. Ma niente e concluso, gli interessi spesso ci acciecano. La riunione a Malta dei capi di stato sull’immigrazione la dice lunga sulla nostra disponibilità all’accoglienza. I muri, […]