Dal 19 al 23 ottobre 2015 si è svolto a Miami in Florida l’11° ciclo di negoziati sul Partenariato Transatlantico su commercio e investimenti (TTIP).
Si è tenuto a Miami (USA) il penultimo confronto tra Stati Uniti e Unione Europea sul Trattato Transatlantico.
Le Organizzazioni agricole europee spingono per giungere a risultati concreti.
Ai capi negoziatori dell’UE le Organizzazioni agricole europee Copa-Cogeca chiedono progressi tangibili sull’eliminazione della burocrazia e delle barriere non tariffarie in seno al TTIP.
La richiesta coincide anche con lo scambio di offerte fra UE e USA circa l’acceso al mercato, che include il 97% delle linee tariffarie.
Il restante 3% rientra invece nella categoria comprendente settori agricoli molto sensibili.
Al riguardo, il Segretario generale di Copa-Cogeca, Pekka Pesonen, ha sottolineato l’importanza economica del possibile accordo, ricordando che gli USA rappresentano l’acquirente più importante di prodotti agroalimentari europei, per un valore di 15 miliardi di euro.
Da qui la necessità, tra le altre, di trovare un accordo circa l’eliminazione delle barriere non tariffarie sulle questioni sanitarie e fitosanitarie.
Procedure lente e onerose. L’esempio dell’ortofrutta. Pesonen evidenzia, per esempio, che “nel settore degli ortofrutticoli, sono ancora pochi i prodotti ad avere il permesso di entrare sul mercato statunitense dopo aver seguito una procedura di presdoganamento, come nel caso di mele e pere. La procedura di presdoganamento riposa su un sistema burocratico lento e oneroso, difficile da rispettare: nel corso dell’intera procedura vengono effettuati cinque controlli, dal frutteto al capannone di condizionamento, prima della vera e propria ispezione di presdoganamento. Ciò comporta costi aggiuntivi e possibili limiti alle esportazioni, fino al 10% del valore FOB (Free In Board) delle esportazioni. Inoltre, per i prodotti ortofrutticoli, tutti i prodotti europei devono passare da un unico porto, quello di Filadelfia. Gli ortofrutticoli statunitensi, invece, possono essere esportati velocemente e raggiungere 500 milioni di consumatori europei attraverso tutti i porti dell’Unione”.
Rimozioni barriere non tariffarie Europa>Stati Uniti e riconoscimento prodotti a Indicazioni Geografiche. È evidente che barriere non tariffarie di questo tipo negano alle piccole e medie imprese europee l’opportunità di beneficiare della potenzialità del mercato.
La questione va dunque affrontata e risolta con urgenza.
“Riteniamo – ha detto Pesonen – che la maggior parte dei guadagni provenienti da un accordo commerciale, nella fattispecie i tre quarti, derivino in effetti dalla rimozione delle barriere non tariffarie al commercio, ragion per cui esortiamo i negoziatori a garantire che tali barriere vengano rimosse. Occorre fare di più anche sul riconoscimento del sistema europeo delle Indicazioni Geografiche (IG) che protegge la nostra produzione di qualità dalle imitazioni”.
Il settore lattiero-caseario avvolto dalle nebbie. Per quanto riguarda il settore lattiero-caseario, il presidente del gruppo di lavoro pertinente del Copa-Cogeca, Mansel Raymond, ha ricordato il severo impatto dell’iniziativa presa da Washington di aumentare i dazi sulle esportazioni di burro e crema di latte europei e ha invitato i negoziatori a fare in modo che si faccia marcia indietro.
Raymond ha inoltre elencato i grossi ostacoli che i produttori lattiero-caseari dell’UE incontrano nel tentativo di commercializzare i prodotti a base di latte di “Categoria A” negli Stati Uniti.
“I formaggi europei si vedono negare l’accesso al mercato statunitense in quanto la loro etichetta non riporta linee, barre o grassetto nel formato appropriato. I formaggi a pasta dura, semidura e molle devono attendere 60 giorni prima di poter essere immessi nel mercato USA. Il problema principale sembra essere costituito dai metodi di analisi, che differiscono da una parte all’altra dell’Atlantico. Anche questo problema va risolto con urgenza”.
Carni bovine, settore sensibile. Dal canto suo, il presidente del gruppo di lavoro “Carni bovine” di Copa-Cogeca, Jean-Pierre Fleury, ha ribadito che il settore delle carni bovine europee sta affrontando un periodo particolarmente difficile, considerata la continua diminuzione della domanda di carni rosse a cui, come non bastasse, si sono aggiunte le recenti dichiarazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità circa i rischi per la salute che un eccessivo consumo di carne può causare.
Nonostante gli USA non importino ancora quantità significative di carni bovine, Fleury ha insistito sul fatto che questo settore va considerato come un comparto sensibile nell’ambito dei negoziati.
“Non si tratta di essere iperprotettivi, ma i nostri agricoltori devono sostenere alti costi di produzione per via delle severe norme UE in materia di benessere degli animali, norme che le importazioni dagli USA non devono rispettare”.
Altre questioni sul tavolo del TTIP. Ricordiamo ancora una volta che i negoziati in corso tra UE e Stai Uniti non riguardano solo questioni legate al comparto agricolo e alimentare.
Vediamo, in estrema sintesi, quali sono gli altri principali temi sul tavolo della discussione: protezione dei dati: in materia di protezione dei dati personali l’UE punta che l’attuale sistema comunitario non venga compromesso; servizi pubblici: l’UE chiede che dal campo di applicazione del TTIP venga escluso qualsiasi servizio d’interesse generale attuale e futuro, come l’acqua, la sanità, i servizi sociali, e l’istruzione.
L’obiettivo è di assicurare che le normative e il finanziamento di tali servizi restino completamente nelle mani delle autorità nazionali e locali; cinema e cultura: nessuna disposizione dell’accordo dovrà incidere sulla “capacità dell’UE o dei suoi Stati Membri di erogare sovvenzioni o garantire sostegno finanziario alle industrie culturali e ai servizi culturali, di istruzione, audiovisivi e stampa”.
Non dovranno esserci ingerenze nemmeno nel sistema di fissazione dei prezzi per libri e periodici; appalti pubblici: l’UE chiede di eliminare le restrizioni attualmente vigenti negli USA a livello federale, statale e locale.
Inoltre, si chiede che vengano istituiti dei “meccanismi per garantire che gli impegni assunti dalle autorità federali statunitensi siano onorati a tutti i livelli politici e amministrativi”; ambiente e sociale: l’UE chiede un accordo ambizioso, globale, equilibrato e di alto livello, capace di promuovere “lo sviluppo sostenibile di benefici condivisi per tutti gli Stati Membri”.
Per questo é richiesta una maggiore cooperazione transatlantica, preservando standard normativi e di tutela dei consumatori e la prevenzione del dumping sociale, fiscale e ambientale.
Il TTIP dovrà contestualmente assicurare il livello più elevato di protezione della salute e della sicurezza, conformemente al principio di precauzione, garantendo la tutela dei consumatori, della normativa in materia di lavoro, ambiente e benessere degli animali, nonché della diversità culturale esistente nell’UE.
Il TTIP sul web. L’Unione Europea ha creato uno spazio web dedicato al TTIP, ricco di informazioni, schede e documentazione varia.
(Fonte: Europe Direct Veneto)