Oltre quattrocentomila morti e fra i 330 e i 940 miliardi di euro in termini di costi per la salute. Queste alcune stime dei danni provocati ogni anno in Europa dall’inquinamento dell’aria, che accompagnano la proposta della nuova direttiva al vaglio della prossima plenaria dell’Europarlamento. Le regole, che dividono gli eurodeputati e sollevano preoccupazioni specie fra ambientalisti e agricoltori, sono quelle sui tetti nazionali delle emissioni (NEC), in particolare per anidride solforosa (SO2), ossidi di azoto (NOX), composti organici volatili non metanici, micropolveri sottili (Pm 2.5), ma anche ammoniaca e metano. La bozza degli eurodeputati include target vincolanti sia per il 2025 che per il 2030. L’obiettivo della proposta iniziale della Commissione europea era quello di dimezzare il numero dei morti provocati dagli inquinanti, che nell’Ue uccidono dieci volte di più degli incidenti stradali. L’Italia da sola potrebbe risparmiare almeno 7 miliardi di euro nel 2025, considerando la stima di almeno 47 miliardi l’anno di costi per la salute, dall’assistenza sanitaria alle giornate lavorative perse. “Non possiamo sottostimare i benefici che otterremmo dal ripulire l’aria che respiriamo” ha detto Julie Girling, la relatrice britannica del testo in discussione all’Europarlamento, dopo il via libera al testo in commissione ambiente. Secondo dati dell’Ocse del 2015, l’Italia è fra i Paesi Ue che paga di più i danni provocati dall’inquinamento dell’aria in termini di Pil (oltre il 4%), dopo Ungheria, Grecia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Polonia. In vista del voto i parlamentari europei però sono ancora molto divisi e la pioggia di emendamenti minaccia soprattutto di rimuovere i limiti per l’ammoniaca e per il metano, legati all’agricoltura, oltre che di considerare solo i target del 2030. Di qui lo scontro fra gli agricoltori del Copa e Cogeca, che chiedono “obiettivi realistici e raggiungibili” e gli ambientalisti, che temono un indebolimento sostanziale della […]