Riceviamo e volentieri pubblichiamo quanto ci ha scritto il 19 giugno 2015 Franco Pedrotti.
La Provincia di Bolzano ha fatto la richiesta di apertura della caccia nel Parco Nazionale dello Stelvio, come si evince dalla richiesta presentata qualche giorno fa alla Commissione dei 12 a Roma.
Nel 1964 la Regione Trentino Alto Adige aveva approvato la legge regionale n. 30 del 7 settembre 1964, con la quale veniva ammessa la caccia in più della metà dei settori di Trento e Bolzano del Parco Nazionale dello Stelvio, Oltre a cervo, camoscio e capriolo, si potevano cacciare addirittura le marmotte, e inoltre era permessa la caccia al canto al gallo forcello e al gallo cedrone (SIC !).
A titolo di esempio, soltanto nel 1968 vennero abbattuti 20 capi di gallo forcello, 5 in provincia di Trento e 15 in quella di Bolzano.
Nel 1981 la Provincia di Bolzano ha adottato un sorprendente provvedimento: la caccia a lepre, lepre bianca, volpe, tasso, martora, francolino di monte, cesena, tordo, storno, merlo e altre specie “minori”.
Tralasciando altri particolari (raccolti nel libro di Franco Pedrotti: Vicende storiche del Parco Nazionale dello Stelvio, Trento, TEMI, 2005), si deve ricordare che il WWF, tramite la Sezione di Trento, presidente Francesco Borzaga, ricorse più volte al Consiglio di Stato e nel 1983 ottenne l’abolizione della caccia nel Parco nazionale dello Stelvio.
Ora siamo di nuovo al punto di partenza, la provincia di Bolzano ha chiesto l’apertura della caccia in sede di Commissione dei 12, nella seduta di ieri.
La legge nazionale sulle aree protette vieta la caccia nei parchi, nazionali, regionali e provinciali.
Come è noto, nei parchi naturali della Provincia di Bolzano e di Trento sono aperte alcune forme di caccia; pertanto, tali parchi, non dovrebbero neppure essere inseriti nell’elenco ufficiale delle aree protette italiane.