(ANSA del 27 maggio 2015, ore 17:53) – ”Oggi serve una politica intelligente che guarda al futuro. I cambiamenti climatici sono una minaccia non convenzionale alla pace; dovremmo capire perché spendiamo così poco per rispondere a questa minaccia”. Così Martin Lees, consulente delle Nazioni Unite per la Cop di Lima e rettore emerito dell’università della pace Onu, aprendo a Roma l’International Symposium on climate change. ”Parigi – aggiunge Lees – potrebbe costituire l’ultima occasione per raggiungere risultati”. ”E’ un errore pensare che questi rischi”, legati ai cambiamenti climatici, ”verranno chissà quando, in realtà i più poveri stanno già pagando. Dalla rivoluzione industriale in poi la temperatura media globale è cresciuta di 0,8 gradi”. ”Le emissioni non sono diminuite anzi, stiamo pompando miliardi di tonnellate di CO2 nell’aria ogni anno”, osserva Lees che ricorda come anche il Fondo monetario internazionale si sia occupato della questione in un report sui combustibili fossili. ”Oggi siamo lontani – rileva il consulente Onu – l’accordo di Parigi avrà ricadute a livello internazionale per molto tempo. Ci troviamo di fronte a un problema per il quale siamo al punto di non ritorno. La visione e la leadership da qualcuno nel mondo deve arrivare. Il Santo Padre ha sollevato un punto specifico, una voce fondamentale nel mondo con dimensione morale; perché non si risolve la questione senza cambiare il nostro modo di agire”. ”I ministri dell’Ambiente credono di poter risolvere la situazione da un punto di vista ambientale perché di ambiente si tratta – conclude Lees – nulla di più lontano. I sintomi dei cambiamenti climatici sono ambientali ma cause sono nelle nostre economie, nelle nostre tecnologie, nei nostri comportamenti”. Consulente Obama, programma efficienza e rinnovabili ”Effettivamente la politica ambientale può diventare un’arma politica”. La pensa così Bill Ritter jr, direttore del Center for the new energy […]