Rimosso il maxi cartellone che deturpava il panorama della Basilica di San Pietro

 

Verso la metà del corrente mese di maggio le due facciate d’angolo del palazzo tra piazza Pia e via della Conciliazione sono state ricoperte da una enorme pubblicità della Fiat Mini che recita ‘bye bye city car’.

Immagine.Maxicartellone in via della Conciliazione

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L’enorme pubblicità “rosso fuoco” causava un notevole impatto ambientale e visivo anche e soprattutto dai più lontani punti di vista.

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Immagine.Cartellone in via della Conciliazione.A

Un secondo cartello era stato affisso all’angolo dello stesso edificio all’altezza dell’incrocio con via S.Pio X.

 Immagine.Altro cartellone in via della Conciliazione.A 

Il 21 maggio 2015 la senatrice del Movimento 5 Stelle Paola Taverna in un post pubblicato nella sua pagina Facebook ha denunciato la presenza del cartellone pubblicitario della Fiat che oscurava uno degli scorci più belli di Roma, perché invade “e violenta” piazza San Pietro e quella visuale mozzafiato da Ponte Sant’Angelo e Ponte Umberto I: lo stesso giorno pubblica un video con la collega Michela Montevecchi (pubblicato anche nel canale Youtube “Senato Cinque stelle“)

L’impossibile e l’assurdo è diventato possibile a Roma, dove da qualche giorno una enorme pubblicità “rosso fuoco” della Fiat campeggia all’inizio di via Conciliazione“.

Così la senatrice Paola Taverna dei Cinque Stelle ha gridato allo scandalo sui social network, promettendo un’interrogazione urgente al Governo per rivedere le norme in termini di pubblicità e vincoli monumentali.

C’è da considerare che chi commissiona la ristrutturazione di un edificio “può vendere lo spazio” e spesso quei soldi vengono utilizzati per finanziare parte dei lavori.

In questo caso il gigantesco pannello che copre i lavori di restauro del palazzo poteva esser fatto però con un tocco di sobrietà in più: né è dato di sapere al momento se sia stata interessata la Soprintendenza competente per territorio.

Nei palazzi in ristrutturazione – ha scritto peraltro Taverna – si devono realizzare teli con le sagome di monumenti storici, lasciarli bianchi o utilizzare almeno colori consoni. Chi ha permesso di violentare così il paesaggio di Roma?“.

Sono stati tanti i romani e i turisti che si sono chiesti chi potesse avere autorizzato uno scempio simile: così i social network si sono riempiti di foto e proteste.

Sono rimasti indignati gli utenti del web, che hanno trovato la pubblicità una vera vergogna.

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Qualcuno ha fatto presente che si trattava semplicemente della copertura di un cantiere e in quanto tale temporanea, ma non è mancato chi ha risposto a tono: “In un paese normale sui pannelli di copertura si mettono immagini del progetto finito con il marchio dell’azienda“.

Intanto – ha concluso il suo post Taverna – se Marchionne ama Roma e l’Italia rimuova immediatamente questo scempio. Se non lo farà lui provveda il Ministero o il Comune con le autorità preposte“.

Dal I Municipio il consigliere Stefano Marin (Lista Civica Marino) ha commentato così: “Mi hanno contattato in tantissimi su Facebook per segnalarmelo. Credo proprio che specie nell’ottica di garantire il decoro della città in vista del Giubileo non si possa pensare di rilasciare concessione a pubblicità dal simile impatto. Scriverò immediatamente al Gabinetto del Sindaco per chiedere la rimozione“.

Nel pomeriggio dello stesso 21 maggio 2015 è arrivata la nota del Campidoglio: “La sua installazione è stata disposta dallo Stato Città del Vaticano, in regime di extraterritorialità, poiché l’edificio appartiene al Vaticano. Il regolamento sulla pubblicità adottato da Roma Capitale (che avrebbe previsto un formato più ridotto) non è dunque applicabile. Infine, eventuali rapporti istituzionali, finalizzati a valutare l’impatto della cartellonistica in queste fattispecie, possono essere tenuti soltanto dagli organi di governo, poiché si tratta di rapporti tra Stati, in questo caso regolati dai Patti Lateranensi“.

Il 22 maggio 2015 il cartellone è stato rimosso e Paola Taverna, sempre dalla sua pagina Facebook, pubblica il seguente aggiornamento: “La bellezza e il buonsenso hanno vinto. A ventiquattro ore dalla nostra denuncia che ha suscitato lo sdegno di tantissimi cittadini italiani il maxi cartellone Fiat che oscurava il più bel paesaggio di San Pietro e Roma è stato rimosso”.

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È stato rimosso anche il cartellone all’angolo con via S. Pio X.

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Per il futuro rimane da affrontare il nodo della tutela del paesaggio italiano e della Capitale da queste brutture” hanno scritto Taverna e Montevecchi annunciando che presenteranno comunque una interrogazione al Governo per risolvere questo problema che è diffuso in tutte le città d’arte italiane.

A rimuovere il cartellone, secondo Il Sole 24 ore, sarebbe stata la stessa Fiat (di certo questa storia non giovava per niente all’immagine dell’azienda), mentre il Comune di Roma sostiene che l’ordine sia partito dal Vaticano.

L’assessore per Roma Produttiva Marta Leonori ha infatti ringraziato le autorità vaticane “per la grande sensibilità manifestata nell’aver rimosso temporaneamente l’impianto pubblicitario situato sul rivestimento dei ponteggi di uno stabile in via della Conciliazione. È una dimostrazione di disponibilità ad adeguare anche gli edifici extraterritoriali ad un formato più adeguato al prestigio dei luoghi e alla loro tutela, come previsto dal regolamento comunale e come richiesto in queste ore da cittadini e associazioni. Confermiamo la massima disponibilità ad una collaborazione in tal senso”.

Il Codacons aveva rivolto un appello direttamente a papa Francesco, ma ancora non è chiaro chi  materialmente abbia rimosso il tabellone pubblicitario .

 

 

 

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