Nel seguente articolo pubblicato con questo titolo il 21 maggio 2015 sul sito web del Corriere della Sera (vedi anche http://www.corrierediroma-news.it/2015/05/21/centro-storico-ministero-cultura-studia-vincolo-paesaggistico-italia-nostra-allarme-degrado/) sia Italia Nostra che soprattutto il sottosegretario alla Cultura, Ilaria Borletti Buitoni, parlano di “ripristino” del vincolo paesaggistico sul centro storico di Roma, lasciando falsamente intendere che attualmente non ci sia, quando invece così non è.
Secondo il sottosegretario alla Cultura Ilaria Borletti Buitoni per di più il vincolo “dovrebbe coincidere con quello dell’Unesco” (vedi anche http://www.radiocolonna.it/top_news/20150521/21108/centro_storico_mibact_ripristinare_vincolo_paesaggistico/) ignorando che quello imposto a tutti gli effetti dalla Regione Lazio con l’adozione del Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) coincide esattamente con il Centro Storico di Roma che l’UNESCO dal 1980 ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità.
Ilaria Borletti Buitoni
Ripristinare il vincolo paesaggistico nel “salotto” della Capitale, ma anche un assessorato ad hoc in modo da avere una cabina di regia per «fronteggiare la drammatica situazione di degrado e illegalità che ormai devasta il centro storico di Roma».
Sono alcune delle richieste dell’associazione Italia Nostra, che oggi ha presentato un «manifesto con 10 principi irrinunciabili» per il cuore della Città Eterna.
«Obiettivi da stabilire»
Il Campidoglio «dovrebbe stabilire quali sono gli obiettivi che i responsabili delle decisioni intendono perseguire», spiegano da Italia Nostra.
Tra quelli individuati dall’associazione: beni ed eventi culturali, archeologia, arredo urbano, verde storico, legalità, diritto alla residenza, traffico e turismo.
Italia Nostra lancia anche alcune proposte: strategia unitaria per l’area archeologica centrale, manutenzione di parchi e ville storiche, piano per regolamentare il traffico nel salotto della Capitale.
Tra le idee più creative quella di realizzare nel centro storico pannelli informativi multimediali vicino ai monumenti, con simulazioni in 3D, plastici e audio multilingue, ma anche di usare pavimentazioni diverse in modo da ricostruire il tessuto urbano perduto, per esempio la sagoma dell’Arco di Portogallo in via del Corso.
Altra proposta è creare un “pool speciale”, autofinanziato con la pubblicità, per la manutenzione di strade, caditoie e fontane.
La risposta del Mibact
«Siamo d’accordo sul vincolo paesaggistico al centro storico, che secondo me dovrebbe coincidere con il vincolo dell’Unesco. E vogliamo farlo rapidamente anche per evitare gli scempi».
Così il sottosegretario alla Cultura, Ilaria Borletti Buitoni, replica a Italia Nostra.
«Abbiamo subito affrontato la questione con il nuovo sovrintendente – aggiunge – ed è una delle prime pratiche che ha sulla sua scrivania».
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Il Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) del Lazio, adottato con deliberazioni della Giunta regionale n. 556 del 25 luglio 2007 e n. 1025 del 21 dicembre 2007, individua il centro storico di Roma fra i “beni tipizzati” alla Tavola 24_374_B, secondo un perimetro campito in rosso pieno che coincide con i confini dell’ex Municipio di Roma I: dentro il perimetro sono ricomprese anche le proprietà extraterritoriali della Santa Sede nella città.
Tavola 24_374_A del PTPR
All’interno del suddetto perimetro ricadono ben 14 vincoli paesaggistici imposti tra il 1953 ed il 1958 ai sensi delle lettere a) (beni singoli naturali e/o geologici) e b) (beni singoli come ville, parchi e giardini) dell’art. dell’art. 136 del “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” emanato con D. Lgs. n. 42/2004.
Oltre ai suddetti vincoli, sempre dentro il perimetro del Patrimonio Unesco ricadono anche i seguenti 5 ulteriori vincoli paesaggistici imposti tutti ai sensi delle lettere c) (beni d’insieme intesi come vaste località con valore estetico tradizionale) e d) (beni d’insieme intesi come bellezze panoramiche) del suddetto art. 136):
– Zona di via Margutta – Imposto con Decreto Ministeriale emanato il 18 ottobre 1953;
– Colle Colle Aventino – Imposto con Decreto Ministeriale emanato il 18 gennaio 1955;
– Mura Aureliane – zona tra la via Latina, Viale Metronio, via Druso – Imposto con Decreto Ministeriale emanato il 10 gennaio 1956;
– Zona tra la via Latina, Viale Metronio, via Druso – Imposto con Decreto Ministeriale emanato il 5 giugno 1971, ai sensi della legge n. 1497/1939, in estensione del vincolo del 10.1.1956;
– Due zone del Gianicolo verso S. Pietro – Imposto con Decreto Ministeriale emanato il 1 giugno 1963, ai sensi della legge n. 1497/1939.
Nella Tavola 24_374_A del PTPR il centro storico di Roma viene destinato a “paesaggio dei centri e nuclei storici con relativa fascia di rispetto”, che è disciplinato dall’art. 43 delle Norme, il quale al comma 15 stabilisce testualmente che “le disposizioni del presente articolo non si applicano …. alle parti ricadenti negli insediamenti storici iscritti nella lista del Patrimonio UNESCO (Roma – centro storico ….), per i quali è prescritta la redazione del Piano generale di gestione per la tutela e la valorizzazione previsto dalla “Convenzione sulla protezione del patrimonio culturale e naturale mondiale” firmata a Parigi il 10 novembre 1972 ratificata con legge 6 aprile 1977 n. 184 e successive modifiche e integrazioni”.
Ne deriva che da un lato è oggettiva l’imposizione del vincolo paesaggistico, che però dall’altro è senza tutela perché rimanda la disciplina del centro storico di Roma anche al suo piano di gestione, in quanto sito UNESCO.
Infatti nel corso della 14° Sessione del Consiglio Esecutivo, sessione primaverile dal 15 al 23 maggio 1980, l’UNESCO ha iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale (“World Heritage List”) il Centro Storico di Roma, le proprietà extraterritoriali della Santa Sede nella città e S. Paolo fuori le
Mura, includendo nel 1990 anche le Mura di Urbano VIII – Gianicolensi: nell’intera città storica si riconosce il valore di oltre 25.000 punti di interesse ambientale e archeologico censiti dalla Carta della Qualità del Piano Regolatore Generale di Roma.
Ma a distanza di 35 anni esatti il Piano di Gestione del centro storico di Roma deve essere ancora approvato.
Il sottosegretario alla Cultura Ilaria Borletti Buitoni ignora inoltre che in questo momento MIBACT e Regione Lazio stanno lavorando assieme per contro dedurre alle circa 10.000 osservazioni presentate al PTPR, per poi sottoporlo alla approvazione definitiva da parte del Consiglio Regionale del Lazio.
È pertanto in questa sede che andrà assicurata la definitiva tutela del vincolo paesaggistico del Centro Storico di Roma che si identifica con il Patrimonio Unesco e che non è di certo da ripristinare, ma caso mai da disciplinare con norme adeguate, senza più alcun rimando.
VAS si riserva di trasmettere una apposita nota al riguardo.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi