Riportiamo il seguente articolo pubblicato con questo titolo il 27 marzo 2015 sul sito “Regioni.it”. (Regioni.it 2692 – 27/03/2015) “Gli scambi di informazioni con l’Italia – scrive la Commissione europea – hanno confermato l’esistenza di violazioni sistematiche degli obblighi Ue”. Così l’Unione Europea lancia un ulteriore allarme all’Italia per l’assenza di depuratori e sistemi fognari, attivando la terza procedura di infrazione. Si rischia una possibile multa di circa 500milioni di euro. Il nostro Paese è stato già penalizzato dalla Corte Ue da altri due procedimenti, aperti nel 2004 e nel 2009, che riguardano sempre inadempienze alla normativa europea sul trattamento delle acque reflue urbane. C’è pertanto il serio rischio di deferimento alla Corte di giustizia dell’Unione. Ma il Governo si dice pronto ad intervenire. Erasmo D’Angelis, coordinatore della Struttura di missione di Palazzo Chigi #italiasicura contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, dichiara che “l’Italia è in grado di superare i gap infrastrutturali con un’accelerazione degli investimenti e un effetto positivo sui livelli occupazionali“, è stato “già individuato un percorso per superare emergenze e infrazioni con 20 miliardi in 6 anni di cantieri“. Erasmo D’Angelis In tutto sono una ventina gli Enti coinvolti, tra Regioni e Province autonome: Abruzzo, Basilicata, Bolzano, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trento, Umbria, Valle d’Aosta e Veneto. C’è inoltre anche il mancato rispetto dell’obbligo di eliminare fosforo e azoto dagli scarichi in 32 aree sensibili, cioè zone di acqua dolce ed estuari. Tra le città segnalate ci sono Roma, Firenze, Napoli e Bari. “Alcuni – scrive sempre la Commissione UE – non rispettano inoltre l’obbligo di applicare un trattamento più rigoroso agli scarichi in aree sensibili”. La Commissione ha pertanto emesso un parere motivato e se non verranno […]