Ambiente: Ue e Italia in ritardo su acque e alluvioni

 

Selezioniamo dal sito EurActiv.it questo interessante articolo di Angela Lamboglia pubblicato con questo titolo il 9 marzo 2015.

Europa ancora lontana dall’obiettivo di garantire una buona qualità di tutte le acque Ue entro la fine del 2015. 

Lo rivelano una comunicazione e due relazioni della Commissione europea sulle direttive in materia di acque e alluvioni, che sollecitano anche l’Italia a fare di più. 

In base ai dati raccolti dalla Commissione, la direttiva quadro sulle acque ha migliorato la protezione, la qualità e la disponibilità di risorse idriche in Europa, mentre la direttiva sulle inondazioni ha permesso di mappare e migliorare la gestione dei rischi all’interno dell’Unione. 

Decenni di degrado e gestione inefficace, spiega però l’Esecutivo comunitario, rendono difficile il raggiungimento del target di una buona qualità ambientale per tutte le acque dell’Ue entro la fine del 2015, con rischi per la salute umana e costi supplementari per gli interventi di depurazione. 

Tra i problemi segnalati dalla Commissione, l’estrazione eccessiva per l’irrigazione nei bacini del Mediterraneo e del Mar Nero, l’inquinamento da nutrienti in agricoltura e le modifiche al flusso dei fiumi dovute a misure per la produzione di energia idroelettrica, per la protezione contro le inondazioni e per la promozione della navigazione pianificate in maniera inadeguata. 

Secondo Bruxelles, inoltre, in molte aree c’è ancora bisogno di investimenti significativi, anche perché gli stati membri non hanno sfruttato adeguatamente i fondi europei della programmazione 2007-2013 per sostenere gli obiettivi della politica idrica dell’Unione, ad esempio per il trattamento delle acque di scarico o per ridurre i rischi di alluvione.

 “La comunicazione e le relazioni pubblicate oggi – ha spiegato il commissario per l’Ambiente, gli Affari marittimi e la Pesca Karmenu Vellamostrano che gli stati membri devono sostenere e intensificare gli interventi per l’attuazione della direttiva quadro sulle acque e della direttiva sulle inondazioni a beneficio delle persone, della natura e dell’ambiente”. 

Le raccomandazioni all’Italia 

La direttiva quadro sulle acque prevede che gli stati membri individuino per ciascun distretto idrografico, costituito da uno o più bacini idrografici limitrofi e dalle rispettive acque sotterranee e costiere, l’impatto delle attività umane sulle risorse idriche e un programma di misure che permetta di raggiungere l’obiettivo Ue di un ‘buono stato’ di tutte le acque entro il 2015. 

Questi programmi di misure sono contenuti nei piani di gestione che ogni paese Ue deve predisporre per l’implementazione della direttiva a livello nazionale. 

Per quanto riguarda l’Italia, il rapporto Ue sull’attuazione della direttiva quadro sulle acque raccomanda che i programmi si basino su informazioni attendibili e su un’attenta analisi costi-efficacia.

In più, continua la Commissione, le misure devono essere adeguatamente finanziate, anche a valere su fondi europei, e poi implementate e monitorate. 

Se infatti a livello Ue la mancanza di risorse finanziarie risulta all’origine dei ritardi o del mancato completamento degli interventi previsti nel 3% dei casi, in Italia questa percentuale sale al 15%. 

Quanto alla direttiva alluvioni, l’obiettivo è fornire un quadro di riferimento su scala europea per la prevenzione e la gestione dei fenomeni alluvionali, attraverso l’elaborazione di mappe della pericolosità e la predisposizione e attuazione di piani di gestione del rischio

Nel caso dell’Italia, che ha recepito la normativa comunitaria con il decreto legislativo n. 49/2010, secondo la Commissione non c’è ancora un’attenzione sufficiente per i potenziali rischi di alluvione connessi alle politiche di pianificazione territoriale, ad esempio in materia di utilizzo del suolo e sviluppo delle infrastrutture

In più, osserva l’Esecutivo Ue, nonostante l’Italia condivida alcuni bacini fluviali internazionali con l’Austria, la Svizzera, la Slovenia e la Francia, non ci sono informazioni circa il coordinamento con questi paesi nella valutazione del rischio di alluvione.

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