VAS condivide totalmente i contenuti del seguente articolo di Tomaso Montanari che è stato pubblicato con questo titolo il 5 marzo 2015 su “La Repubblica”.
La gigantesca migrazione incrociata dei soprintendenti italiani, che è in corso in queste ore, assomiglia più ad un massacro delle competenze che non ad un vero rinnovamento.
La Uil parla di «palesi scorrettezze e arbitri»: e se forse è presto per dare un giudizio complessivo, colpiscono (negativamente) scelte come quella di rimuovere da Napoli Giorgio Cozzolino (colpevole forse di essersi opposto alla commercializzazione delle piazze di Napoli), e più in generale di gettare al vento comprovate esperienze virtuose. [vedi http://www.vasonlus.it/?p=4577]
Ma la scelta più incomprensibile appare quella di affidare la Soprintendenza più importante d’Italia – quella di Roma – a Renata Codello, fino a ieri soprintendente ai monumenti di Venezia.
Renata Codello
Con questa decisione il Ministero sembra aver voluto «onorare e riconoscere ai livelli più alti» – come ha subito notato, elegantemente, l’interessata – il lavoro veneziano della Codello.
Un lavoro, in questi anni, al centro di pesantissime e fondatissime critiche da parte dell’opinione pubblica veneziana, delle associazioni di tutela, del migliore giornalismo italiano: che hanno rimproverato alla Codello nientemeno che i «silenzi sul raddoppio dell’hotel Santa Chiara (vetro, cemento e acciaio: sul Canal Grande) e sulle immense navi da crociera che sfilano davanti a San Marco». Italia Nostra ha messo in file le prove della Soprintendente Codello: la «distruttiva lottizzazione di Ca’ Roman», lo «scandaloso progetto di “restauro” del Fontego dei Tedeschi», il raddoppio del Santa Chiara, «i progetti al Lido che hanno ridotto l’isola a spettro di se stessa».
Per tutta risposta, la Codello ha querelato Italia Nostra e Gian Antonio Stella.
Scelta che non certifica esattamente un attitudine ad un aperto e franco confronto con i cittadini.
Insomma, proprio ciò di cui ha bisogno la già provatissima Capitale.
E uno si chiede: ma il ministro Dario Franceschini, il Segretario Generale del Ministero e il Direttore delle Belle arti lo leggono il «Corriere della sera»?
La scelta di premiare la Codello con la Soprintendenza di Roma sembra così incredibilmente inopportuna da far quasi pensare che lo leggano eccome, e che l’abbiano fatto apposta.
Il Presidente del Consiglio ha scritto – come è noto – che «sovrintendente è una delle parole più brutte di tutto il vocabolario della burocrazia».
Si sa, Matteo Renzi non ama che i fatti lo contraddicano: ed eccolo accontentato.