Articolo di Paolo Berdini pubblicato con questo titolo il 13 gennaio 2015 su “Il Fatto Quotidiano” ed il 15 gennaio su “Eddyburg”. Per avere conoscenza dell’iter complessivo fin qui precorso dal progetto del nuovo stadio di calcio della Roma, entro cui si inquadra l’articolo suddetto, si rimanda all’articolo-dossier pubblicato in data odierna sul sito del Circolo Territoriale di Roma di VAS . (http://www.vasroma.it/liter-fin-qui-percorso-dal-progetto-del-nuovo-stadio-di-calcio-della-roma/#more-14801) Paolo Berdini La vicenda della costruzione dello stadio della Roma calcio ha concluso il suo primo tempo, per restare nell’ambito calcistico, con la decisione presa dal Consiglio comunale di Roma di attribuire al progetto che prevede la realizzazione 1 milione e duecentomila metri cubi di cemento (Antonio Cederna avrebbe detto ’12 hotel Hilton di Monte Mario’) il “riconoscimento dell’interesse pubblico”. È stata una scelta adottata a maggioranza contro la efficace opposizione dei consiglieri del Movimento 5 Stelle: una scelta democratica, dunque. Converrà attrezzarsi per il secondo tempo della partita in cui, finita l’ubriacatura ideologica della “grande opera”, si dovrà tornare con i piedi per terra e ragionare sul complessivo assetto della città e sulle caratteristiche del progetto. Dal punto di vista del generale assetto della città, occorre ribadire che la scelta del sito di Tor di Valle è frutto esclusivo e ostinato del promotore: la società calcio Roma. La legge sugli stadi approvata dal Parlamento consente di costruire i propri stadi e come tale deve essere rispettata. Ma non obbliga le amministrazioni pubbliche ad essere supine rispetto ai voleri della proprietà fondiaria. Nessuna legge vietava che il sindaco Marino imponesse di costruire lo stadio in un altro quadrante della città, dove gli oneri di urbanizzazione dovuti per legge e i maggiori oneri dovuti alla contrattazione urbanistica, avrebbero prodotto un beneficio più ampio per l’intera popolazione romana. Né vale a titolo giustificativo la motivazione che non è previsto che sia […]