Articolo di Simona Fabiani, responsabile ambiente e territorio della CGIL nazionale, pubblicato il 15 dicembre 2014 sul sito htpp://greenreport.it. Si è conclusa la 20° COP a Lima ed è l’ennesima occasione mancata. Nessun risultato tangibile in termini di riduzione emissioni e adattamento, di fondo verde per il clima e finanza per i danni e le perdite, né per il trasferimento di tecnologie. L’ultimo giorno della conferenza, il popolo presente ha denunciato con un’azione collettiva l’inadeguatezza dei governi nell’individuare risposte, azioni e finanziamenti concreti e immediati per garantire la giustizia climatica. Tutti sdraiati a terra per rappresentare i morti causati dai cambiamenti climatici. Dalla Tanzania, dalle Filippine, dal Perù e dalla Repubblica Domenicana, le storie delle vittime: vittime dei tifoni, della siccità e delle carestie, vittime della repressione, protestano in difesa della vita e dell’ambiente. Bilancio invece estremamente positivo della Cumbre de los pueblos, l’altra faccia dei negoziati sul clima, che si è conclusa giovedì scorso. Nel pomeriggio dell’ultimo giorno un’affollata assemblea di convergenza ha valutato l’esito dei negoziati di Lima e iniziato la discussione sul processo di mobilitazione per tutto l’anno, in tutti i paesi del mondo, per traguardare Parigi a dicembre 2015. L’obiettivo è quello di rafforzare il movimento globale per la giustizia climatica e lavorare a una proposta collettiva di lotta e di richieste a livello nazionale e globale. Lo slogan centrale è: cambiamo il sistema, non il clima. Da qui si parte, in una visione trasformativa per la giustizia sociale e ambientale, contro la privatizzazione della vita e per la difesa dei beni comuni. Il movimento è formato dal movimento sindacale, movimenti sociali, donne, campesinos, indigeni, associazioni ambientaliste. La compresenza di sensibilità diverse e globali ha generato un’analisi complessiva e avanzata che, lasciando in secondo piano le differenze, ha fatto sintesi delle varie esperienze e rafforzato […]