L’articolo di Antonio Emanuele Piedimonte che è stato pubblicato il 29 dicembre 2014 sul “Corriere della Sera” rende omaggio nel modo migliore al “nostro” Antonio D’Acunto. Antonio Emanuele Piedimonte È finita con “Bella ciao” cantata da decine di persone sul sagrato del Duomo di Napoli in un freddo pomeriggio di dicembre. L’ultimo saluto ad Antonio D’Acunto, uno dei padri dell’ambientalismo in Campania, in un certo senso ha riunito le sue due anime: l’uomo di fede e il vecchio compagno che aveva messo da parte la falce e martello quando aveva scoperto che il partito aveva un’idea diversa dalla sua sull’ecologia e in particolare sul nucleare. Fu proprio la questione dell’energia atomica, infatti, la goccia che fece traboccare il vaso e spinse il brillante ingegnere dell’Enel che si era fatto apprezzare tra i quadri del Pci verso un’altra, diversa militanza: in breve fu tra i fondatori e primo presidente della Lega per l’ambiente (che in seguito, e con altri protagonisti, sarebbe diventata la Legambiente). In seguito, poi, guiderà con la consueta energia vulcanica un’altra associazione, i Verdi ambiente e società (Vas). Domenica 28 dicembre nella Cattedrale erano davvero in tanti adire addio all’amico e al compagno di mille battaglie, che se ne è andato in punta di piedi, in una corsia dell’ospedale San Gennaro, rapito da un male che si può tranquillamente considerare la materializzazione di un insopportabile dolore, quello per la perdita dell’adorata moglie Ileana. Folla commossa nella cattedrale Una folla commossa che dopo la cerimonia funebre non riusciva a staccarsi dall’ingresso della chiesa, dal feretro, per condividere ricordi ed emozioni, per raccontare episodi grandi e piccoli, dalle leggi che D’Acunto, in veste di consigliere regionale, promosse e riuscì a far approvare, sino alle incredibili campagne anti-abusivismo edilizio. Iniziativa, quest’ultima, che prese forma nella creazione di inedite pattuglie (delle […]