Articolo pubblicato alle ore 22,00 circa su “La Repubblica” con il seguente sottotitolo: “Il ministro Boschi ha annunciato la decisione dell’esecutivo tra le proteste delle opposizioni, che avevano chiesto di votare il non passaggio all’esame degli articoli del decreto legge. Seduta sospesa più volte, poi alla prima chiama i senatori M5s ‘bloccano’ il seggio alzando le mani sporche di inchiostro. Scontro su trivellazioni e proroga concessioni autostradali”
ROMA – Tra le proteste dell’Aula e al termine di una giornata convulsa e sospensioni, il governo ha incassato l’ennesima fiducia e l’approvazione del decreto cosiddetto Sblocca Italia, già approvato dalla Camera, che dunque diventa legge.
Il testo è passato con 157 voti favorevoli e 110 contrari e nessun astenuto.
Il governo aveva annunciato la fiducia sul dl “Sblocca Italia” in mattinata, per bocca del ministro per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi.
SCHEDA – I punti principali del decreto “Sblocca Italia”
Le proteste dei senatori dell’opposizione sono iniziate in mattinata quando il presidente Grasso, al termine della discussione generale, ha dato la parola al ministro Boschi.
In precedenza, i senatori dei gruppi M5s erano intervenuti per chiedere il non passaggio all’esame degli articoli del decreto legge, appoggiati anche da Forza Italia, Sel e Gal.
Grasso, secondo l’opposizione, avrebbe dovuto far votare questa richiesta.
L’aver invece dato la parola al ministro Boschi ha suscitato l’ira dei senatori dell’opposizione che hanno iniziato a inveire verso la presidenza.
“Vergognatevi!” è stato urlato più volte all’indirizzo della presidenza e dei banchi del governo.
In questo caos, il ministro Boschi ha annunciato la decisione del governo di porre la fiducia sul decreto. Tema caldi della protesta, nel merito, i provvedimenti del decreto sulle trivellazioni e il rinnovo delle concessioni autostradali.
“Il governo, con lo Sblocca italia, le rinnova senza indicare per quale numero di anni e senza una gara e questo è un regalo a chi quelle concessioni già le possiede – ha detto il senatore Andrea Cioffi, M5s – perpetuando il regalo fatto già dal governo Berlusconi. La percentuale di guadagno per lo Stato, sui proventi netti dei pedaggi, sarà solo del 2,4%. Abbiamo chiesto il documento con lo schema di queste concessioni e scopriamo che viene dato per approvato con lo Sblocca Italia. Il governo vuole farci compiere un falso in atto pubblico“.
La Lega aveva a sua volta sollevato la questione della proroga delle concessioni, chiedendo che il governo mettesse a disposizione i testi delle convenzioni.
Boschi, tra le urla della contestazione, aveva annunciato che “il governo mette a disposizione del Senato le convenzioni come chiesto dalle opposizioni“.
Dopo alcune sospensioni, la seduta è ripresa e in serata, per la prima chiama, è nuovamente scoppiata la bagarre in aula.
Il senatore M5s Sergio Puglia si è sdraiato sui banchi del governo con le mani sporche di inchiostro, come fosse petrolio (per protestare contro le trivellazioni) e, malgrado i richiami del presidente Roberto Calderoli, altri senatori con le mani sporche hanno impedito a lungo ai colleghi di procedere alla votazione sotto i banchi della presidenza.
Sergio Puglia
“Non è tollerabile una cosa del genere. Chi è responsabile di questo comportamento ne subirà le conseguenze“, ha detto Calderoli poco prima di sospendere nuovamente la seduta.
I lavori sono ripresi con un’inedita procedura di voto stabilita dalla presidenza: per evitare il ‘blocco’ organizzato dall’opposizione davanti al seggio sotto la presidenza, ai senatori è stato concesso di votare la fiducia dal proprio posto.
“La nuova frontiera dell’ostruzionismo M5s è impedire fisicamente all’aula di votare il decreto Sblocca Italia. Questo si chiama squadrismo“, ha detto Francesco Scalia, senatore Pd.
Francesco Scalia
La tensione si è un po’ allentata al termine della prima chiama.
Calderoli ha annunciato che i senatori protagonisti della protesta sono stati deferiti.
Alla fine la votazione si è conclusa con il sì alla fiducia è l’approvazione del decreto.
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Zanda (Pd): da M5S comportamento fascista «I senatori M5s hanno fisicamente impedito, all’inizio della chiama, che il voto di fiducia su un importante provvedimento come lo Sblocca Italia si svolgesse secondo le regole stabilite», attacca a voto concluso il capogruppo Pd Luigi Zanda, che ricorda come ostacolare il funzionamento di un organo costituzionale e impedire il voto di fiducia «oltre ad essere contro il regolamento del Senato e a configurare un reato penale previsto dal nostro codice, è un comportamento fascista». (da “Il Sole 24 Ore”)
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Con il sì dell’aula di palazzo Madama al decreto Sblocca Italia, che è arrivato in serata, alla ripresa della seduta dopo la protesta dei parlamentari del M5S, il governo di Matteo Renzi ha toccato quota 29 fiducie.
Ieri l’esecutivo aveva ottenuto alla Camera il via libera al decreto che riforma il processo civile.
Il 23 ottobre scorso due fiducie nello stesso giorno: la giustizia civile al Senato e in serata il sì della Camera allo Sblocca Italia.
In precedenza, l’esecutivo aveva ottenuto la fiducia al Senato sul decreto legge che contiene le norme contro la violenza negli stadi.
La venticinquesima dall’insediamento del governo a palazzo Chigi.
Ed era già record, secondo i calcoli del sito openpolice: dal 1996 mai nessun esecutivo aveva fatto ricorso in maniera così massiccia a questa procedura.
Il 77 per cento delle leggi approvate, infatti, sono passate attraverso un voto di fiducia, un dato che supera quello del governo Monti che si era fermato al 45 per cento, pur avendo battuto di gran lunga i precedenti.
La media, considerando gli ultimi 11 governi a partire da quello di Romano Prodi del 1996 all’attuale, è dell’11,63 per cento.
Le prime due fiducie, quelle programmatiche, il governo le ha ottenute il 25 febbraio, con 169 si’ e 139 no al Senato e 378 si’, 220 no, un astenuto alla Camera.
In marzo il via libera della Camera al decreto sulle missioni e al Senato il sì al ddl Delrio di riforma delle Province.
In aprile le fiducie su tre decreti legge alla Camera: sul cosiddetto Salva-Roma; in materia di lavoro e sulla tossicodipendenza.
Altre due fiducie sui temi del lavoro in maggio, alla Camera e al Senato.
Nello stesso mese altre quattro fiducie tra Camera e Senato su tossicodipendenza, casa, Irpef.
Tre fiducie a luglio ( competitività, cultura e Pa).
In agosto, prima della pausa estiva 5 voti di fiducia nell’arco di pochi giorni.
Alla ripresa autunnale, primo voto di fiducia il 17 settembre al Senato, quando il governo chiede di respingere l’emendamento alla legge comunitaria sulla responsabilità civile dei magistrati, bocciato con 159 sì alla richiesta, 70 no e 51 astenuti.
Poi ad ottobre, il 2 fiducia alla Camera sullo stesso decreto legge sulla violenza negli stadi che passa con 323 sì e 168 no e poi il 9 sulla contestata legge delega di riforma del mercato del lavoro, che passa con 165 sì, 111 no e 2 astenuti.