Articolo di Marta Albé pubblicato con questo titolo il 30 settembre 2014 sul sito “GreenMe”.
L’Olanda si schiera contro Monsanto.
Dopo Russia, Tasmania e Messico, un nuovo Paese è pronto a dire stop alla vendita di erbicidi a base di glifosato ai privati, a partire dalla fine del 2015.
Lo ha deciso di recente il Parlamento olandese.
I cittadini che utilizzano abitualmente l’erbicida Roundup nell’orto o in giardino dovranno trovare una diversa forma di controllo delle erbacce.
L’ingrediente principale di Roundup è il glifosato, sostanza che è stata correlata a cancro, infertilità, difetti alla nascita, danni al sistema nervoso e malattie renali.
Ricordate la mamma che sfidò Monsanto per indagare fino in fondo le cause della morte della sua bambina?
Per non parlare della presa di posizione di Brasile e Sri Lanka contro Roundup e glifosato, a causa della diffusione di malattie renali tra gli agricoltori.
Esther Owehand ha presentato la proposta per vietare il glifosato insieme a Gerard Schouw, altro membro del Parlamento olandese.
Esther Owehand
Gerard Schouw
La mozione è stata adottata.
Gli stessi cittadini olandesi hanno espresso la loro preoccupazione per i possibili danni causati all’ambiente e alla salute dal glifosato.
I partiti ambientalisti e animalisti hanno fatto sentire la propria voce e hanno ottenuto un largo consenso.
La speranza è che l’azione dell’Olanda – e di tutti i Paesi Bassi – contro Monsanto sia fonte di ispirazione per tutti i Paesi europei e esteri, dove il glifosato è ancora normalmente utilizzato sia dai privati cittadini che nell’agricoltura industriale.
Negli Stati Uniti, ad esempio, ben 2 milioni di persone hanno espresso il desiderio di vietare i prodotti Monsanto.
Ma Fda [Food and Drug Administration, Importazione Prodotti Alimentari negli Stati Uniti, ndr.] e Usda [La USDA Soil Taxonomy è un sistema di classificazione dei suoli elaborato dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, ndr.] hanno fatto ben poco per affrontare il problema.