Articolo di Luca Martinelli pubblicato il 10 settembre 2014 sul sito www.eddyburg.it , che ha ripreso a sua volta lo stesso articolo pubblicato in pari data sul sitop “altra economia,it”. Luca Martinelli Forse – come suggerisce al lettore una foto pubblicata dal Corriere della Sera del 10 settembre – il “deserto d’asfalto” che unisce Brescia a Melzo è colpa dell’erba alta davanti ai cartelli, che non permette agli automobilisti di raggiungere la BREBEMI, la nuova autostrada A35 inaugurata a fine luglio alla presenza del presidente del Consiglio, Matteo Renzi. O, con maggiore cognizione di causa, l’assenza di automobilisti lungo l’infrastruttura può essere imputata alla “concorrenza” della vicina autostrada A4, che unisce il Veneto (e da Bergamo ha addirittura con 4 corsie) fino ad incontrare la Tangenziale Est, mentre la BREBEMI finisce nei campi. [I suoi costi sono triplicati da 800 milioni iniziali a 2,4 miliardi, facendo costare l’autostrada 38,7 milioni a km. Per finanziare la nuova autostrada che collega Milano a Brescia, Brebemi si è sobbarcata un tasso d’interesse strabiliante del 7,8% che ora vuole riversare sugli utenti per i venti anni della durata della concessione. Ndr.] A differenza di chi, oggi, dedica reportage “all’autostrada che nessuno percorre”, noi ciò che accade oggi l’avevamo detto, e scritto, nel corso degli anni. Quando ancora non erano stati spesi circa 2,4 miliardi di euro (al netto degli oneri finanziari); quando ancora il “deserto d’asfalto” non c’era; quando ancora le inchieste di un grande quotidiano avrebbero potuto smuovere l’opinione pubblica, portando magari il governo a frenare il progetto, prima di essere costretto a metter mano al portafogli, come farà a breve – vaticiniamo – il CIPE, per rispondere alle richieste di “sgravi fiscali” avanzate a più riprese dal presidente della società di gestione, Francesco Bettoni, e dal presidente di Regione Lombardia, Roberto […]