L’analisi di Luisa Azzena, docente di Diritto amministrativo all’università di Pisa, di cui il 2 settembre è stato pubblicato il seguente articolo sul sito www.greenreport.it (http://www.greenreport.it/news/urbanistica-e-territorio/ambiente-riforma-costituzionale-renzi/) con la seguente premessa: “La nuova ripartizione di competenze tra Stato e Regioni punta all’accentramento, aumentando in realtà i problemi interpretativi”. La riforma proposta dal Governo Renzi con riferimento al Titolo V, parte II della Costituzione, nasce con la volontà di superare l’idea federalista che era stata alla base di quella del 2001, riportando la generalità delle materie nella sfera della competenza statale, abolendo la potestà concorrente, e lasciando alla competenza legislativa delle Regioni pochissime materie: quelle “residuali” ovvero non attribuite espressamente alla competenza esclusiva statale, e alcune “esclusive” delle Regioni, materie relative però a competenze piuttosto di carattere amministrativo che legislativo, quali “pianificazione e dotazione infrastrutturale del territorio regionale”, “mobilità al suo interno, organizzazione in ambito regionale dei servizi alle imprese, dei servizi sociali e sanitari e, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche, dei servizi scolastici” nonché “istruzione e formazione professionale”. A ben vedere, però, già nella sua prima stesura, il disegno di legge costituzionale del Governo Renzi non si presentava così netto nel distinguere ambiti rispettivi di competenza statale e regionale, perché, a fronte della (evidente) soppressione del 3 comma dell’art. 117 (ovvero della potestà legislativa concorrente) si prevede la possibilità che la legge dello Stato (su proposta del Governo Renzi) intervenga nelle materie di competenza regionale “residuale” (non invece in quelle di competenza regionale “esclusiva”), quando lo richieda l’unità della Repubblica, ovvero l’interesse nazionale. Di fatto: si dà un segnale forte nel senso dell’accentramento e statalizzazione, ma in concreto resta la solita confusione di competenze. Nell’ultima stesura, poi, quella approvata dal Senato, tra le (inizialmente pochissime) materie “esclusive” regionali vengono aggiunte altre materie (diritto allo studio, cultura, turismo…) limitatamente però ai […]